Guglielmo Pagnozzi sax soprano
Filippo Cassanelli contrabbasso
Andrea Grillini batteria


L’evento

Un trio legato da una particolare affinità elettiva, dove la lirica intensità del suono acustico si combina con una personalissima vena improvvisativa. Un concerto che esplora il linguaggio e il repertorio jazzistico con particolare attenzione alla musica di Charles Mingus, Thelonious Monk e John Coltrane, esprimendo una forte intensità emotiva in una forma pura ed essenziale.

Entroterre Festival fa parte di Bologna Estate 2024, il cartellone di attività promosso e coordinato dal Comune di Bologna e dalla Città Metropolitana di Bologna – Territorio Turistico Bologna-Modena.

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FAQ

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20:30

CIUMA ADELE

Adele Delvecchio  Violino
Stefano “Ciuma” Delvecchio Organetto

21:30

RADICANTO

Maria Giaquinto Canto e narrazione
Giuseppe De Trizio, Chitarra classica, arrangiamenti
Claudio Carboni, Sax soprano
Adolfo La Volpe, Chitarra elettrica
Giovanni Chiapparino, Fisarmonica
Francesco De Palma, Cajon, percussioni


L’evento

CIUMA ADELE

Non vivono in riva al mare ma lo vedono all’orizzonte dalla loro casa sulle colline romagnole.
Adele e Ciuma, violino e organetto, propongono uno concerto con composizioni proprie e reinterpretazioni di brani della tradizione.
Lo spettacolo, un gioco alla ricerca di una mediazione tra la delicatezza e l’energia, con le dinamiche proprie dei due strumenti, reso magico dall’empatia di padre e figlia e dal desiderio di trasmettere l’amore e la passione per la musica.


RADICANTO in Trapunto di Stelle
Omaggio a Domenico Modugno 

La figura di Domenico Modugno è rimasta centrale nel panorama italiano della musica d’autore.

Il passare del tempo non ha scalfito la prorompente modernità del celebre cantante pugliese, anzi, soprattutto nell’ultimo decennio, Modugno è stato recuperato dalla nuova onda sonora legata al folk rock che ne ha rivendicato la discendenza.

Questo concerto (tratto dall’omonimo disco) intende contestualizzare l’arte di Domenico Modugno restituendola alla sua terra di provenienza e rendendola il perno intorno al quale costruire la nuova musica di questa parte di Puglia.

Suoni, storie, narrazioni che si sono riferite e ispirate alla tradizione millenaria del meridione d’Italia: una terra fatta di contatti, di emigrazione e di ospitalità, terra di lavoro, di memoria, di sguardi che attraversano i filari di alberi per finire nel mare.

FAQ

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Marco Amadei Pianoforte
Liliana Amadei Violino
Antonio Amadei Violoncello 


L’evento

Il Trio Amadei è composto dai tre fratelli Liliana, Antonio e Marco. Iniziati alla musica in giovane età dalla madre pianista, si sono avvalsi della scuola di grandi Maestri italiani e stranieri, da Chiarappa a Guarino, da Zejfart (Praga) a Ourivaev (Russia), i quali hanno favorito il confronto tra le diverse culture e permesso al Trio di raggiungere una personale scelta interpretativa.

In questa serata, presenteranno interessanti variazioni su tema di repertori classici, originali e di Fabrizio De Andrè.

Da sempre fautori della contaminazione della musica classica con altri generi e arti, dalla musica popolare al teatro, hanno collaborato con artisti di grande calibro e prodotto diversi spettacoli teatrali; da non dimenticare Le Disavventure di Pinocchio, favola musicale per Orchestra e Burattini rivolta al pubblico di tutte le età, di cui firmano anche le musiche originali.

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Presentazione del libro
con l’autore Gianluca Ferri
Iuri Vallara fisarmonica


L’evento

Gianluca Ferri presenta la sua ultima opera, accompagnato dalle delicate note della fisarmonica di Iuri Vallara.
Un racconto, Con altri occhi. Storie di migranti e migratori, che in realtà li racchiude tutti, una storia universale che coinvolge tanto gli animali quanto gli esseri umani.

“La specie umana è una di quelle che ha viaggiato di più nel corso della sua storia, ma è l’unica ad avere un enorme privilegio: la possibilità di studiare le migrazioni, per provare a svelarne i segreti, ma soprattutto quella di raccontarle.”

SINOSSI

Con le ali, su due gambe, tra le onde o nel vento, la Vita è in viaggio per le strade del mondo sin dalle sue prime timide apparizioni, momento dal quale si è mostrata in tutte le straordinarie forme di cui la storia porta traccia e di cui, ancora, i nostri occhi possono godere. Dal movimento e nel movimento essa si è evoluta, trovando la forma più adatta ad ogni angolo della Terra o il modo migliore per spostarsi da un luogo all’altro e prendere il meglio da ciascuno. Prendere e dare, perché ogni creatura vivente, ogni essere chiamato a compiere un viaggio proporzionato alle sue necessità, trova modo – nell’imprevedibilità del suo percorso – di rendere un servizio, di dare un passaggio, o esser d’aiuto a sconosciuti e diversi compagni di viaggio con i quali ne condivide un pezzetto.

In ogni momento, di ogni giorno e di questo tempo, è in atto una migrazione e sarà così fin quando le risorse avranno la possibilità di ridistribuirsi sul pianeta, offrendo alla vita preziose occasioni per continuare a cercare equilibri nell’incessante cambiamento delle cose. Eppure, l’indescrivibile bellezza che avvolge questi viaggi – e che si rivela con più chiarezza solo a chi può guardarli a grandi distanze di spazio e di tempo – nasconde pericolose insidie e prove complesse che impongono al viaggiatore una quotidiana e faticosa lotta per la sopravvivenza. Migrare o morire: è questa la condizione, reale o metaforica, che accende quell’impulso a lasciare tutto e ad andar via senza alcuna certezza di farcela, ma con in tasca una possibilità. Che sia un viaggio senza ritorno o senza una meta, che sia un regolare andirivieni, che sia breve o interminabile, sono solo alcune delle variabili che si combinano ogni volta in modo diverso e che rendono unico il percorso di ogni migrante.

Poche specie viventi sono esenti da una migrazione di qualche tipo, ma nessuna lo è davvero dalle difficoltà dell’esistenza. La specie umana è una di quelle che ha viaggiato di più nel corso della sua storia, ma è l’unica ad avere un enorme privilegio: la possibilità di studiare le migrazioni, per provare a svelarne i segreti, ma soprattutto quella di raccontarle.

È nel racconto che questo libro manifesta la sua essenza. Ogni capitolo è la storia di una grande migrazione narrata attraverso gli occhi di chi l’ha compiuta; ogni racconto è un ritratto che svela la figura di chi passa spesso inosservato e la presenza di creature straordinarie accomunate dalla capacità di imprese migratorie degne di nota: uomini e uccelli. Creature che troppo spesso crediamo di conoscere per somiglianza o per sentito dire; creature che ho potuto dipingere grazie alla generosità di chi ha aperto il suo cuore, affidandomi ricordi e speranze; grazie allo studio, all’osservazione e all’esperienza; grazie alla testimonianza della poesia e della letteratura d’ogni tempo; grazie a piccoli disegni che diventano ritratti o simboli della narrazione.

Il testo ripercorre brevemente la storia dell’uomo attraverso i grandi spostamenti di ogni epoca e descrive meraviglie e difficoltà della migrazione degli uccelli. Seguono dodici racconti che tracciano non solo contorni di identità, ma linee di contatto tra uomini e uccelli che – molto più di quanto si immagini – condividono strade, spazi e risorse. Risorse che con troppa avidità l’uomo ha strappato alla generosa Terra, divenendo l’unica tra le specie esperta nel prendere, ma incapace di rendere qualcosa al tutto, di essere risorsa. Non solo ingordo e ingrato inquilino della casa di cui s’è fatto padrone, ma anche pericolo per ogni altro ospite della stessa dimora che, accanto a lui, non è più al sicuro. Piante, animali e gli stessi uomini partecipano con difficoltà sempre maggiore ad una ricchezza che sembrava infinita e le creature che si mettono in viaggio, per la possibilità di conquistarne un pezzetto, sono tra le più delicate e bisognose di tutela, perché nonostante la fatica, i miraggi, i fallimenti, esse continuano a migrare per non rinunciare a quella possibilità che, spesso, è l’unica che hanno.

Il libro, dunque, servendosi della prorompente bellezza della natura e dell’umanità più autentica – che emergono da queste storie di migranti – vuol essere un’esortazione alla conoscenza dell’altro e un invito ad un cambio di prospettiva necessario alla revisione di un sistema completamente da riformare e di cui cambiamenti climatici, pandemie e guerre sono solo alcune delle conseguenze più evidenti. Alla base delle enormi problematiche ambientali e geopolitiche di cui tanto si parla c’è, forse, l’aver dimenticato che la Terra è la casa di tutti e che per provare a recuperare in minima parte gli equilibri perduti – o per cercarne di nuovi – è sempre più necessario condividere spazio e risorse con i nostri simili e con tutte le altre creature per una convivenza tra specie, garante della vita stessa.

Nell’estrema complessità del trovare le giuste soluzioni a grandi problemi, ascoltare le storie degli altri ci ricorda che non siamo soli e può essere, forse, un primo, umile passo per provare a guardare il mondo con altri occhi.

La copertina e le illustrazioni sono di Costanza Alvarez de Castro.

FAQ

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20:30

DETTORI & MORETTI
Voce, Chitarra e Arpa Elettrica

21:30

Cumpagnia di musica siciliana
UNAVANTALUNA

Pietro Cernuto Zampogna a paro, Friscaletto, Voce, Percussioni
Francesco Salvadore Voce, Percussioni
Carmelo Cacciola Lauto cretese e Voce radicale
Luca Centamore Chitarre
Arnaldo Vacca Tamburi a cornice


L’evento

DETTORI & MORETTI

Due musicisti di grandissima qualità vengono riconosciuti e premiati per la loro attività dalla Scuola di Musica Popolare di Forlimpopoli e porteranno sul palco, in occasione della consegna del Premio speciale Scuola di Musica Popolare 2024, un saggio delle loro capacità performative.

Beppe Dettori e Raoul Moretti collaborano da oltre 10 anni, prima in progetti che variano dal repertorio pop cantautorale a quello folk legato alle radici sarde del cantante, fino a creare, negli ultimi anni, un duo caratterizzato da un sound assolutamente originale, basato su voce, chitarra, arpa elettrica con live electronics.
Da qui la sperimentazione nell’ambito della world music, unendo le suggestioni del folk alla canzone d’autore, il progressive alla musica elettronica, con l’utilizzo di varie lingue minoritarie, in prevalenza dalla Sardegna. La vocalità come strumento e l’uso di tecniche non convenzionali per l’arpa arricchiscono il caleidoscopio di colori del duo.


UNAVANTALUNA

Carmelo Cacciola, Luca Centamore, Pietro Cernuto, Francesco Salvadore e Arnaldo Vacca: cinque musicisti, fra cui tre autori ed altrettanti cantanti, che funzionano come un organismo collettivo, detonatore di creatività, sentimento, emozioni, lirismo e passionalità.

A quasi vent’anni dal suo esordio e a dieci dall’ultimo lavoro in studio, la band di world-music isolana ritorna con un album che, pur non smarrendo le peculiarità del sound che l’ha fatta apprezzare il Italia e all’estero, compie un passo ancor più deciso in direzione più contaminata e contemporanea.

Nella temperie di quest’epoca, la Cumpagnia di Musica Siciliana non si sottrae a dire la propria e fornire il proprio punto di vista, un po’ apolide un po’ identitario, su ciò che viviamo.
Lo fa partendo dalla propria appartenenza e con le metafore più tipiche della propria cultura, approdando a una koinè musicale che si propone di essere universale: così dipingendo lo scenario onirico de L’Eco di Stromboli, epico e straordinario come solo il mare delle Eolie può essere, o nella scrittura apparentemente di maniera di Vurria Essiri, squarciata da un urlo straziante di contemporanea consapevolezza; lo fa alternando l’intimismo e il dialogo interiore di Scuta a Mia e l’irruenza programmatica di Cantu Siculu, producendo immagini sapientemente variegate fra passato, presente e futuro, come in Mi n’Annai, in Kukla Za o in Senza Paroli; declinando Eros e Thanatos come in Stidda Disiata e in Oh Nici (non per nulla unico brano tradizionale del disco); e infine ritorna alla radice della propria ispirazione identitaria, come in Mia Pace, un brano che è un paesaggio sonoro dal sapore degli agrumeti che dolcemente raggiungono la costa.

FAQ

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Giuseppe Falciglia Oboe barocco e flauto dolce
Stefano Gèrard, Gabriele Cervia Violino
Daniele Lorefice Violoncello
Alessio Platinetti Clavicembalo


L’evento

Programma musicale

G. Ph. Telemann (1681-1767)
Concerto in re maggiore TWV 51:D5 per oboe, 2 violini e b.c. 
I. Gratioso, II. Vivace, III. Adagio, IV. Scherzando

A. Vivaldi (1678-1741)
Concerto da camera in re maggiore RV 92 per flauto dolce, violino, violoncello e b.c. 
I. Allegro, II. […], III. Allegro

F. Mancini (1672-1737)
Sonata in re minore per flauto dolce, 2 violini e b.c.
I. Amoroso, II. Allegro, III. Largo, IV. Allegro

J. J. Fux (1660-1741)
Sonata in re minore per due violini e b.c. 
I. Allegro, II. Grave, III. Presto, IV. Grave, V. Presto

G. Ph. Telemann
Trio sonata in sol minore TWV 42:g5 per oboe, violino e b.c. 
I. Mesto, II. Allegro, III. Andante, IV. Vivace

A. Vivaldi
Concerto da camera in la minore RV 108 per flauto dolce, 2 violini e b.c. 
I. Allegro, II. Largo, III. Allegro

Note di sala

G. Ph. Telemann, A. Vivaldi, F.  Mancini e J. J. Fux, quattro compositori rispettivamente di nazionalità tedesca, italiana (Venezia e Napoli) e austriaca, apparentemente molto distanti stilisticamente e geograficamente. Eppure, tutti e quattro hanno contribuito con le loro opere ad allargare il vasto repertorio di musica cameristica barocca, scrivendone pagine bellissime e innovative.

Nonostante la lontananza, i compositori si sono molto confrontati tra loro: ricordiamo infatti l’influenza che subì l’ultimo Vivaldi dalla musica napoletana, ormai emergente nell’Italia della prima metà del ‘700; oppure l’ispirazione che lo stesso Vivaldi suscitò nei riguardi della musica austriaca, ricevendo il titolo di Cavaliere dall’Imperatore asburgico Carlo VI, grande ammiratore del prete rosso; o ancora l’enorme abilità che Vivaldi e Telemann avevano nello scrivere musica per più strumenti, con una mescolanza di timbri affascinante, in grado di trasportare il pubblico di oggi in un’atmosfera ricca di colori.

L’ensemble, composto da giovani musicisti già affermati nell’ambito della musica antica nel panorama internazionale, vi proporrà un programma ricco di varietà e di virtuosismi, con la mescolanza dei timbri degli strumenti ad arco e degli strumenti a fiato.

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I parcheggi sono consultabili in questa pagina.

E’ disponibile il servizio navetta gratuito per gli eventi nel centro storico.
Info e orari in questa pagina.


Isobel Cordone, Matteo Rozzi Violino 
Giorgia Zanin Tiorba 
Francesco Elgorni Clavicembalo


L’evento

Programma musicale

G. Legrenzi (1626 – 1690)
Sonata op. 2 no. 6 “La Raspona” per due violini e b.c. 

D. Castello (1590 – 1658)
Sonata terza à due soprani, da Sonate concertate in stil moderno, libro secondo

G. B. Fontana (1589 – 1630)
Sonata no. 8 per due violini e b.c. da 18 sonate a 1,2,3 parti

G. Legrenzi
Sonata op. 2 no. 1 “La Cornara” per due violini e b.c.

D. Castello
Sonata quarta à due soprani, da Sonate concertate in stil moderno, libro secondo

G. A. Pandolfi Mealli (1630 – 1669)
Sonata op. 4 no. 3 “La Monella Romanesca” per violino e b.c.

G. A. Pandolfi Mealli
Sonata op. 3 no. 1 “La Stella” per violino e b.c.

H. I. F. von Biber (1644 – 1704)
Partia I per due violini in scordatura e b.c da Harmonia Artificioso-Ariosa
I. Sonata, II. Allamande, III. Gigue, IV. Aria, V. Sarabande-Finale

Note di sala

Il Seicento italiano è stato un periodo ricco e innovativo per il repertorio strumentale. Il violino, in particolare, era uno degli strumenti che ha visto uno sviluppo molto significativo sia al livello tecnico che per la quantità di opere scritte esplicitamente per esso.

Il programma segue l’influenza della musica italiana nei paesi dell’Europa durante questo periodo. Partendo dal veneziano Dario Castello, uno dei pionieri dello stile della sonata strumentale, il viaggio continua con Giovanni Battista Fontana, Giovanni Legrenzi e Giovanni Antonio Pandolfi Mealli, tre autori italiani che hanno contribuito in modo notevole alla musica per archi e basso continuo.

Infine arriviamo alle opere di Heinrich Ignaz Franz von Biber: vertici della scrittura per violino che mostrano l’enorme capacità degli strumenti attraverso virtuosismi e scordatura, creando una sonorità straordinaria.

La personalità di ognuno di questi musicisti si riflette nelle loro composizioni e offre al pubblico una fusione di tecnica strumentale e espressività: un’opportunità unica per ascoltare delle pagine più belle della musica strumentale.

Questo concerto si realizza grazie al contributo Boarding Plus 2022-24 del Ministero della Cultura.

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Jiayu Jin Soprano
Ryo Terakado, Ulrike Slowik Violini
Ayako Matsunaga Violino e viola
Caterina Dell’Agnello Violoncello
Fabio Bonizzoni Clavicembalo


L’evento

Programma musicale

Arcangelo Corelli (1653-1713): 
Sonata da chiesa op 3 n 8 in do maggiore
Largo, Allegro, Largo, Allegro

Georg Friedrich Händel (1685-1759): 
Haec est Regina Virginum HWV 235
O qualis de coelo sonus HWV 239
Sonata Op 2 n 5 in sol minore HWV 390
Larghetto, Allegro, Adagio, Allegro
Tu fedel tu costante? HWV 171

Note di sala

Chi conosce e segue La Risonanza sa bene che, tra i molti compositori che ha interpretato, Händel è in assoluto quello a cui ha dedicato più tempo e passione.

Nonostante ciò, è la prima volta che la rinomata residenza presenta un programma completamente händeliano all’Entroterre Festival, cogliendo l’occasione per raccontare un lato di Händel forse poco noto: l’Händel italiano, quel giovane musicista che arrivò a Roma poco più che ventenne e che stregò la città tutta con il suo genio. Sono le sue interpretazioni ad aver valso a La Risonanza numerosi premi, tra cui un Gramophone Award.

In un viaggio che spazia tra opere sacre e opere profane, alternando brani strumentali ad altri performati dalla soprano Jiayu Jin, la serata ci farà scoprire pagine poco note, ma immortali.

Non fu un caso che, quando riuscì a partire da Roma, Händel raccolse tutte le partiture in un baule e se le portò a Londra: questo “baule delle meraviglie” fu la fonte di ispirazione per il resto della sua vita.

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Bettina Pahn Soprano
Ryo Terakado Violino
Marco Brolli Flauto traversiere 
Agnieszka Oszanca Violoncello
Joachim Held Liuto
Fabio Bonizzoni Clavicembalo


L’evento

Programma musicale

Georg Philipp Telemann (1681-1767)
Sesto Quartetto Parigino
Prélude, Très vite, Gai, Vite, Gracieusement, Distrait, Modéré 

Johann Sebastian Bach (1685-1750)
Dalla sonata BWV 1025
Entrée – Courante – Sarabande – Rondeau
per violino e liuto

Louis Nicolas Clérambault (1676-1749)
Orphée
Cantata per soprano, traverso, violino e bc

Note di sala

Lavorare con un gruppo stabile di musicisti, condurre prove regolari con le stesse persone, conoscersi sempre meglio, presentare programmi più e più volte a pubblici diversi, sono tutte chiavi per sviluppare interpretazioni profonde, che si avvicinino alla perfezione.

Allo stesso tempo, riunire grandi professionisti che si frequentano solo saltuariamente in un programma inedito, crea un’alchimia diversa, magica. Non potendo ricorrere a nessun “automatismo”, a niente di scontato, l’attenzione che ciascuno deve prestare è massima, e l’essere a contatto con artisti di provenienza e abitudini diverse, crea un’atmosfera particolarmente frizzante all’interno del gruppo.

Per questo, anziché presentare come tradizionalmente facciamo alcuni concerti eseguiti da due/tre docenti de La Risonanza Summer Academy, abbiamo deciso quest’anno di proporne uno solo, ma che li coinvolga tutti. Scopriranno affinità tra di loro? Si adatteranno alle idee altrui? Da ascoltatori, percepiremo più armonia o più tensione nelle note che sentiremo?

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con gli allievi de
La Risonanza Early Music Summer Academy


L’evento

I concerti degli allievi del corso sono sempre momenti di festa, per noi de La Risonanza. 

Essi costituiscono ciò che dà senso a tutte le fatiche legate all’organizzazione di un’accademia estiva. Non solo: da docenti troviamo sempre interessantissimo vedere come gli studenti si trasformano sul palco, perché sappiamo per esperienza che non si suona nello stesso modo a lezione o a casa e invece in pubblico.

Ciascuno reagisce in modo diverso e spesso è proprio il tipo di trasformazione che osserviamo il primo indice che ci fa capire quanta “stoffa” un giovane già possiede e quanta invece deve ancora acquisire se vorrà fare, del palco, la sua professione.
Sul Palco de La Risonanza, dunque, è un concerto in cui ciascuno può sperimentarsi, mettersi alla prova e, per chi ascolta, un momento in cui riflettere ed essere spesso sorpreso. Sono concerti a volte un po’ lunghi, ma che più vari non si può!

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