Raffaella Misiti Voce
Stefano Scatozza Chitarra


L’evento

Le canzoni di Acustimantico, da Fiori di Loto a Musica Immaginaria, passando per cover di grandi autori, riproposte nella loro essenza più pura e con la forza di una semplicità che accorcia le distanze; si viene accolti nelle immagini e nelle suggestioni di una canzone come ospiti in casa, condividendo suoni, ricordi, sguardi. L’energia della musica si moltiplica e torna ad essere esperienza collettiva e vitale.

Acustimantico è un gruppo musicale italiano la cui musica unisce stili e generi diversi, dalla canzone d’autore alla musica etnica (in particolare balcanica e klezmer), dal pop al jazz, all’avanguardia. Pioniere dell’autoproduzione, pubblica sei dischi e dal 1998 svolge intensa attività live in Italia e all’estero (Francia, Germania, Giappone, Belgio). La forza del gruppo è nella mistura di linguaggi e nell’apertura verso tutte le forme poetiche, letterarie e teatrali.

Musiche originali di S. Scatozza, testi originali di D. Selvaggi.

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Luciano Orologi Sax Soprano, Sax Tenore, Clarinetto Basso
Gianluca Casadei Fisarmonica 


L’evento

Il Duo Orologi – Casadei vi invita a un viaggio sonoro unico, attraverso un repertorio quasi esclusivamente composto da brani originali e arricchito, tra le altre, da composizioni di Dave Holland, Egberto Gismonti e John Lewis, dove risuonano echi di musica popolare, tango, jazz e atmosfere mediterranee.
La musica spazia da un tema grottesco e inquietante, ad una beguine dal vago sapore retrò, da un valzer romantico, ad un frevo incalzante, il tutto arricchito dall’improvvisazione, che conferisce all’esecuzione quell’elemento di sorpresa e di gioco, che ne determina una continua rinascita.
Le ance dei sassofoni e del clarinetto si fondono con quelle della fisarmonica, creando sonorità intense e coinvolgenti. Il risultato finale è una musica senza confini categoriali, che riverbera le molteplici esperienze musicali dei due artisti, offrendo un’esperienza unica e coinvolgente.

Programma Musicale

Mazzad, Dave Holland
Circus in fabula, Luciano Orologi
Il cane a forma di gatto, Luciano Orologi
Il mare colore del vino, Luciano Orologi
L’attesa, Luciano Orologi
Karatè, Egberto Gismondi
L’imperatore degli Sniappi, Luciano Orologi
Il domatore di elefanti, Luciano Orologi
La foto che ride, Luciano Orologi
Sciara, Luciano Orologi
Freccia, Luciano Orologi
Django, John Lewis

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L’evento

Sound travolgente, assoli eccezionali e ritmi incalzanti: questo è ciò che la Utrecht Student Bigband rappresenta.
I 20 studenti dell’Università Hogeschool di Utrecht, compagni di studi e d’avventura, presentano un repertorio jazz rinfrescato e moderno, frutto della sperimentazione con diversi stili musicali e influenze: dal jazz al soul, funk, world music, pop, fino alla musica latina.
La band è ospite gradita a festival, feste e serate di gala, ma organizza anche grandi concerti in collaborazione con artisti come Benjamin Herman, Eric Vloeimans, Shirma Rouse, Wouter Hamel, Jan van Duikeren e Trijntje Oosterhuis.

Programma Musicale

Use Me, Bill Withers – arr. Coen Kaldeway
Dr. Funk, The Main Squeeze – arr. Joost Hooyman
Please Don’t Stop, Richard Bona – arr. Jesper Riis
1912 7th Av., Jan van Duikeren – arr. Rob Horsting
Brother, I’m Hungry, Snarky Puppy – arr. Berend van Deelen
Big Mondays, New Cool Collective – arr. Frans Cornelissen
Afro Brooklyn, Cory Henry & Funk Apostles – arr. Frans Cornelissen
Mabbau, ABBA – arr. Bert Pfeiffer
Armando’s Rhumba, Chick Corea – arr. Tommy Igoe
Sunday Afternoon, True Loves – arr. Frans Cornelissen
Party Crashers, Philip Lassiter – arr. Paul Van De Calseijde

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Vanni Masala Organetto
Andrea Pisu Launeddas


L’evento

Due maestri assoluti reinventano i brani del repertorio tradizionale attraverso uno stile proprio, indipendente da qualsiasi vincolo di genere. Proprio il carattere personale è quello che contraddistingue la tecnica musicale di Andrea Pisu e Vanni Masala, descritto dal loro ambizioso progetto chiamato “Fantafolk”: un viaggio che partendo dagli schemi ritmici dei balli sardi, si apre a diverse influenze esterne creando una musica altamente coinvolgente.

Le launeddas di Andrea, come un pregiato pennello, dipingono una tela composta e articolata sulle differenti tonalità che l’organetto creativo di Vanni propone, in un’esecuzione rapida, fluida e melodica che segue il ritmo dell’improvvisazione.

La loro performance si arricchisce con il sapiente utilizzo di percussioni, flauti e altri da loro ideati come la originalissima “sweet trumpet”. 

Un concerto che narra di un viaggio fatto di talento, idee e musica che sbarcherà sempre più oltre i confini.

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Francesco Cavestri Pianoforte, Tastiere, Synth
Mattia Bassetti Batteria
Moreno Di Matteo Basso


L’evento

Il pianista compositore Francesco Cavestri (premiato come il più giovane tra i migliori Nuovi Talenti 2023 dalla Rivista Musica Jazz), presenta a Trevignano Romano i suoi ultimi album: Early 17 (scritto e registrato a soli 17 anni), uscito a marzo 2022 con la collaborazione di Fabrizio Bosso, e IKI – Bellezza Ispiratrice, uscito a gennaio 2024.

Ispirato alla filosofia giapponese, il nuovo album mantiene come fulcro creativo il pianoforte, mescolandolo a patine di sonorità contemporanee, in un costante incontro di stili e generi a confronto. L’album discografico vede inoltre la collaborazione di artisti del calibro di Paolo Fresu e Cleon Edwards (batterista americano già al fianco di Erykah Badu, Lauryn Hill e Cory Henry).

“Il jazz è di per sé un genere che va oltre i generi; la naturalezza tipica del jazz segue a uno studio attento, un approfondimento, una consapevolezza che permette di spingersi fuori dai confini, esplorare” dice Francesco.


Dalle presentazioni dei brani originali scritti da Cavestri, a re-interpretazioni e tributi ad artisti come John Coltrane, Massive Attack e Radiohead, la serata viene impreziosita da un tributo a Ryuichi Sakamoto, cui segue un momento in solo piano in cui Cavestri presenta la colonna sonora originale che ha realizzato di recente per RaiPlay Sound.

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L’evento

Giovanissimi e già in giro per il mondo, la Philadelphia Jazz Orchestra è una Big Band composta dai migliori musicisti jazz delle scuole superiori e dei college di Philadelphia e New Jersey.

Diretta dal maestro Joe Bongiovi, oltre ad esibirsi negli USA ed in Europa, ogni anno portano il loro giovane e frizzante talento nella penisola italiana.

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Compagnia VICARI/ALOISIO

Di e con Federica Aloisio e Sabrina Vicari
Costumi: Sabrina Vicari (Consuendi)
Musiche: Angelo Sicurella
Produzione PinDoc


L’evento

Due donne dall’aspetto bizzarro vengono catapultate in un mondo sottosopra dove frammenti di vissuto e stereotipi idealizzati dalle svariate personalità si mescolano, trasportate in un’altra dimensione dove tutto scorre al contrario. Un mondo ribaltato nel quale il cielo diviene pavimento in una continua illusoria percezione del corpo.

ANAPODA – dal greco, “sottosopra” – nasce dall’urgenza di capovolgere ogni logica sfidando la percezione visiva ordinaria e giocando con i propri miti e mostri interiori, per farli incontrare con lo sguardo di chi, osservando a sua volta, capovolgerà ancora la visione seguendo la propria percezione razionale ed emotiva. Un giro di giostra, di occhi, di maschere e identità ispirate all’immaginario della fotografa spagnola Ana Hell.

Un uomo che cammina ha bisogno di rispecchiarsi in un suo simile al contrario per sottolineare il suo movimento” Marc Chagall

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I VIRTUOSI ITALIANI

Alberto Martini Maestro di Concerto al violino


L’evento

Il complesso de I VIRTUOSI ITALIANI, nato del 1989, è una delle formazioni più attive e qualificate nel panorama musicale italiano ed internazionale. Viene loro riconosciuta una particolare attitudine nel creare progetti sempre innovativi, una costante ricerca nei vari linguaggi, oltre all’eccellente qualità artistica dimostrata in anni di attività. Si sono esibiti per i più importanti teatri e per i principali enti musicali italiani e nelle più importanti sale del mondo  La loro attenzione e ricerca verso esecuzioni storicamente informate, li ha condotti a esibirsi nel repertorio barocco e classico anche su strumenti originali. 

Così scrive Enrico Girardi sul “Corriere della Sera”: «I Virtuosi Italiani sono un ensemble di assoluto valore. Affrontano il barocco, il classico e il contemporaneo non solo con disinvoltura, ma con una grinta, uno smalto e una “adrenalina” che produce vita e tensione senza portare oltre i limiti di una saggia pertinenza stilistica».

Programma musicale

Antonio Vivaldi
Sinfonia in sol maggiore per archi e basso continuo Il Coro delle Muse RV 149 
Allegro – Andante – Allegro assai

Antonio Vivaldi
Da L’Estro Armonico Opera III Concerto n. 9 in re maggiore per violino, archi e basso continuo RV 230 
Allegro – Larghetto – Allegro

Antonio Vivaldi
da La Stravaganza Opera IV, Concerto n. 1 in si bemolle per violino, archi e basso continuo maggiore RV 383a
Allegro – Largo e cantabile – Allegro

Antonio Vivaldi
Le Quattro Stagioni quattro concerti per violino, archi e basso continuo da Il Cimento dell’Armonia e dell’Invenzione op. VIII
Concerto n.1 in Mi maggiore La Primavera RV 269
Allegro, Largo, Allegro 

Concerto n.2 in sol minore L’Estate RV 315
Allegro non molto, Adagio, Presto  

Concerto n.3 in Fa maggiore L’Autunno RV 293
Allegro, Adagio molto, Allegro

Concerto n.4 in fa minore L’Inverno RV 297
Allegro non molto, Largo, Allegro

Note di sala

«La musica eccezionale è quella degli Ospedali dove le “putte” cantano come gli angeli e suonano il violino, l’organo, l’oboe, il violoncello, il fagotto; insomma non c’è strumento che le spaventi.»

L’opera di Vivaldi contribuì significativamente allo sviluppo del concerto, soprattutto solistico e della tecnica del violino e dell’orchestrazione. Nonostante la grande popolarità che subito raggiunse in tutta Europa, solo una piccola parte dell’imponente produzione concertistica vivaldiana venne data alle stampe durante la sua vita. 
Il manoscritto dei Concerti con molti Instrumenti suonati dalle Figlie del Pio Ospedale della Pietà avanti Sua Altezza Reale il Serenìssimo Federico Chrìstiano… (donato al Principe come ricordo) comprende anche Sinfonia per archi in sol maggiore RV 149 “Il Coro delle Muse”. Una pagina brillante che ben si addice a quell’occasione festosa e da cui traspare una vitalità ancora assolutamente integra, nonostante l’età del compositore.
L’Allegro iniziale, mancando il solista, è giocato interamente sui diversi spessori dell’ensemble orchestrale in una continua variazione delle dinamicità sonore. Di carattere “spiritoso” è invece il secondo tempo, un Andante costruito sulla divisione in due dei violini che da una parte, con l’archetto, cantano la melodia e dall’altra accompagnano in pizzicato. La chiusura è affidata ancora ad un Allegro travolgente, in una conclusione quasi “teatrale” da gran finale prima della calata del sipario.

“L’ESTRO ARMONICO” è una raccolta di dodici concerti opera III di Antonio Vivaldi. La strumentazione è di orchestra d’archi e un violino solista in 4 concerti, 2 violini solisti in altri 4 (2 di questi anche col violoncello) e altri 4 concerti per 4 violini solisti (anche in questo caso 2 concerti anche con il violoncello). 
Il titolo dell’opera è un ossimoro che vuole evidenziare la ricerca del perfetto punto di equilibrio fra due esigenze opposte: da un lato l’estro, cioè la pura fantasia che si scatena in totale libertà, e dall’altro gli stretti vincoli matematici dettati dalle regole dell’armonia. 
Questi concerti ebbero uno strepitoso successo in tutta Europa e, grazie ad essi, il “Prete Rosso” fu per qualche anno il compositore più rinomato. Segnarono il passaggio dal concerto grosso al concerto solistico. Il musicologo Alfred Einstein a proposito di un passaggio del terzo movimento del concerto numero 8 scrisse: “è come se in una sala barocca porte e finestre si spalancassero all’improvviso e si respirasse una ventata d’aria fresca”. Lo studioso vivaldiano Michael Talbot si spinse al punto di affermare che questi lavori sono “forse la più influente raccolta di musica strumentale apparsa nell’intero diciottesimo secolo”.
L’opera 3 fu pubblicata ad Amsterdam da Estienne Roger presumibilmente nel 1711. Roger, infatti, non includeva la data di pubblicazione, ma solo un numero d’ordine e inoltre riciclava i numeri di opere esaurite, come sembra sia capitato anche all’Estro Armonico. La sua uscita fu pubblicizzata con un annuncio sul The Post Man di Londra. 
L’opera fu ripubblicata in modo non autorizzato da John Walsh a Londra e a Parigi, con l’improbabile titolo “Les Troarmonico”. 

“LA STRAVAGANZA” è il titolo di una raccolta di dodici concerti composti tra il 1712 e il 1713, pubblicati per la prima volta nel 1716 da Estienne Roger ad Amsterdam, come opus IV, e dedicati a un nobile veneziano, Vettor Delfino. Nell’intestazione originale, la dedica riporta il seguente testo: «Concerti consacrati a Sua Eccellenza il Signor Vettor Delfino, nobile veneto, da Don Antonio Vivaldi, Musico di Violino, e Maestro de Concerti del Pio Ospitale della Pietà di Venetia.»
I dodici concerti op. 4 conosciuti con il nome di “La Stravaganza” furono citati per la prima volta come raccolta di “Concerti a Quattro” nella Prefazione de “L’Estro Armonico” op. 3. La loro pubblicazione dovette attendere fino al 1716, quando Estienne Roger li pubblicò ad Amsterdam in due volumi di sei concerti ciascuno. Tuttavia, a differenza dell’annuncio originale, “La Stravaganza” è più di una raccolta di concerti per violino solo con accompagnamento d’archi: in cinque concerti il solista è affiancato da un secondo violino solista o addirittura da un violoncello solista (Concerto n. 7).
Le numerose ristampe de “La Stravaganza” testimoniano la sua popolarità e ampia diffusione fino agli anni Trenta del Settecento. Oltre alle stampe sopravvissute, esiste un corpus significativo di fonti manoscritte contenenti versioni alternative di sette concerti. Alcuni di questi manoscritti provengono dalla biblioteca musicale di Johann Georg Pisendel.
La raccolta ha la stessa struttura delle altre due che hanno dato un’impronta fondamentale alla produzione vivaldiana. Si tratta delle celeberrime “Il Cimento dell’Armonia e dell’Inventione” Opera 8 e “L’Estro Armonico” Opera 3, entrambe più famose della presente opera). Come nelle altre due raccolte, ciascuno dei dodici concerti della Stravaganza dura una decina di minuti. 

“IL CIMENTO DELL’ARMONIA E DELL’INVENTIONE” (Opera VIII) contiene dodici concerti per violino e archi, composti da Antonio Vivaldi tra il 1723 e il 1725. 
Iniziamo dal titolo, veramente bello, che mette in risalto la voglia di Vivaldi di comporre delle melodie armoniose, ma anche di sperimentare nuove strade compositive. Al suo interno troviamo nei primi quattro concerti, “Le quattro stagioni”, che sono tra le musiche più conosciute in assoluto del repertorio classico. Come spesso accade quando ci sono dei brani molto famosi, il rischio è che vengano messi in ombra gli altri, che non sono assolutamente da meno e meritano di essere ascoltati alla stessa stregua. Non solo, meglio non snobbare neanche “Le quattro stagioni”, che è vero le ascoltiamo spesso, ma a brandelli da spezzoni televisivi, o da orride suonerie su smartphone, omogenizzate ad uso e consumo di chi le trasmette, ma non di chi le riceve. Meglio quindi fare un passo indietro e ascoltare con attenzione nella versione adeguata proposta da I VIRTUOSI ITALIANI i concerti qui presenti. 

È incredibile pensare che Vivaldi fu dimenticato per decenni e riscoperto solo agli inizi del XX secolo, grazie alle ricerche dello studioso francese Marc Pincherle e in seguito di Alfredo Casella. Vivaldi è anche poeta, ed infatti scrive alcuni sonetti per descrivere con parole le quattro stagioni, che possono essere considerate una guida per seguire l’ascolto dei concerti. “Le quattro stagioni” infatti fanno parte di sette dei dodici concerti cui proposti, che sono stati composti “a programma”. Con la scelta del nome, Vivaldi voleva riferirsi al piacere che egli provava nello sperimentare – soprattutto nella sovrapposizione della forma del ritornello e dell’elemento programmatico – l’idea presente soprattutto nei concerti n. 5, 6 e 10. Questo significa che il loro ascolto, attraverso l’utilizzo degli strumenti, descrive una scena, che spesso è la descrizione di eventi naturali. I sette concerti di questo tipo sono quelli con un titolo: “La tempesta di mare”, RV 253, “Il piacere”, RV 180, “La caccia”, RV 362.

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I VIRTUOSI ITALIANI

Alberto Martini Maestro di Concerto al violino


L’evento

Il complesso de I VIRTUOSI ITALIANI, nato del 1989, è una delle formazioni più attive e qualificate nel panorama musicale italiano ed internazionale. Viene loro riconosciuta una particolare attitudine nel creare progetti sempre innovativi, una costante ricerca nei vari linguaggi, oltre all’eccellente qualità artistica dimostrata in anni di attività. Si sono esibiti per i più importanti teatri e per i principali enti musicali italiani e nelle più importanti sale del mondo  La loro attenzione e ricerca verso esecuzioni storicamente informate, li ha condotti a esibirsi nel repertorio barocco e classico anche su strumenti originali. 

Così scrive Enrico Girardi sul “Corriere della Sera”: «I Virtuosi Italiani sono un ensemble di assoluto valore. Affrontano il barocco, il classico e il contemporaneo non solo con disinvoltura, ma con una grinta, uno smalto e una “adrenalina” che produce vita e tensione senza portare oltre i limiti di una saggia pertinenza stilistica».

Programma musicale

Antonio Vivaldi
Sinfonia in sol maggiore per archi e basso continuo Il Coro delle Muse RV 149 
Allegro – Andante – Allegro assai

Antonio Vivaldi
Da L’Estro Armonico Opera III Concerto n. 9 in re maggiore per violino, archi e basso continuo RV 230 
Allegro – Larghetto – Allegro

Antonio Vivaldi
da La Stravaganza Opera IV, Concerto n. 1 in si bemolle per violino, archi e basso continuo maggiore RV 383a
Allegro – Largo e cantabile – Allegro

Antonio Vivaldi
Le Quattro Stagioni quattro concerti per violino, archi e basso continuo da Il Cimento dell’Armonia e dell’Invenzione op. VIII
Concerto n.1 in Mi maggiore La Primavera RV 269
Allegro, Largo, Allegro 

Concerto n.2 in sol minore L’Estate RV 315
Allegro non molto, Adagio, Presto  

Concerto n.3 in Fa maggiore L’Autunno RV 293
Allegro, Adagio molto, Allegro

Concerto n.4 in fa minore L’Inverno RV 297
Allegro non molto, Largo, Allegro

Note di sala

«La musica eccezionale è quella degli Ospedali dove le “putte” cantano come gli angeli e suonano il violino, l’organo, l’oboe, il violoncello, il fagotto; insomma non c’è strumento che le spaventi.»

L’opera di Vivaldi contribuì significativamente allo sviluppo del concerto, soprattutto solistico e della tecnica del violino e dell’orchestrazione. Nonostante la grande popolarità che subito raggiunse in tutta Europa, solo una piccola parte dell’imponente produzione concertistica vivaldiana venne data alle stampe durante la sua vita. 
Il manoscritto dei Concerti con molti Instrumenti suonati dalle Figlie del Pio Ospedale della Pietà avanti Sua Altezza Reale il Serenìssimo Federico Chrìstiano… (donato al Principe come ricordo) comprende anche Sinfonia per archi in sol maggiore RV 149 “Il Coro delle Muse”. Una pagina brillante che ben si addice a quell’occasione festosa e da cui traspare una vitalità ancora assolutamente integra, nonostante l’età del compositore.
L’Allegro iniziale, mancando il solista, è giocato interamente sui diversi spessori dell’ensemble orchestrale in una continua variazione delle dinamicità sonore. Di carattere “spiritoso” è invece il secondo tempo, un Andante costruito sulla divisione in due dei violini che da una parte, con l’archetto, cantano la melodia e dall’altra accompagnano in pizzicato. La chiusura è affidata ancora ad un Allegro travolgente, in una conclusione quasi “teatrale” da gran finale prima della calata del sipario.

“L’ESTRO ARMONICO” è una raccolta di dodici concerti opera III di Antonio Vivaldi. La strumentazione è di orchestra d’archi e un violino solista in 4 concerti, 2 violini solisti in altri 4 (2 di questi anche col violoncello) e altri 4 concerti per 4 violini solisti (anche in questo caso 2 concerti anche con il violoncello). 
Il titolo dell’opera è un ossimoro che vuole evidenziare la ricerca del perfetto punto di equilibrio fra due esigenze opposte: da un lato l’estro, cioè la pura fantasia che si scatena in totale libertà, e dall’altro gli stretti vincoli matematici dettati dalle regole dell’armonia. 
Questi concerti ebbero uno strepitoso successo in tutta Europa e, grazie ad essi, il “Prete Rosso” fu per qualche anno il compositore più rinomato. Segnarono il passaggio dal concerto grosso al concerto solistico. Il musicologo Alfred Einstein a proposito di un passaggio del terzo movimento del concerto numero 8 scrisse: “è come se in una sala barocca porte e finestre si spalancassero all’improvviso e si respirasse una ventata d’aria fresca”. Lo studioso vivaldiano Michael Talbot si spinse al punto di affermare che questi lavori sono “forse la più influente raccolta di musica strumentale apparsa nell’intero diciottesimo secolo”.
L’opera 3 fu pubblicata ad Amsterdam da Estienne Roger presumibilmente nel 1711. Roger, infatti, non includeva la data di pubblicazione, ma solo un numero d’ordine e inoltre riciclava i numeri di opere esaurite, come sembra sia capitato anche all’Estro Armonico. La sua uscita fu pubblicizzata con un annuncio sul The Post Man di Londra. 
L’opera fu ripubblicata in modo non autorizzato da John Walsh a Londra e a Parigi, con l’improbabile titolo “Les Troarmonico”. 

“LA STRAVAGANZA” è il titolo di una raccolta di dodici concerti composti tra il 1712 e il 1713, pubblicati per la prima volta nel 1716 da Estienne Roger ad Amsterdam, come opus IV, e dedicati a un nobile veneziano, Vettor Delfino. Nell’intestazione originale, la dedica riporta il seguente testo: «Concerti consacrati a Sua Eccellenza il Signor Vettor Delfino, nobile veneto, da Don Antonio Vivaldi, Musico di Violino, e Maestro de Concerti del Pio Ospitale della Pietà di Venetia.»
I dodici concerti op. 4 conosciuti con il nome di “La Stravaganza” furono citati per la prima volta come raccolta di “Concerti a Quattro” nella Prefazione de “L’Estro Armonico” op. 3. La loro pubblicazione dovette attendere fino al 1716, quando Estienne Roger li pubblicò ad Amsterdam in due volumi di sei concerti ciascuno. Tuttavia, a differenza dell’annuncio originale, “La Stravaganza” è più di una raccolta di concerti per violino solo con accompagnamento d’archi: in cinque concerti il solista è affiancato da un secondo violino solista o addirittura da un violoncello solista (Concerto n. 7).
Le numerose ristampe de “La Stravaganza” testimoniano la sua popolarità e ampia diffusione fino agli anni Trenta del Settecento. Oltre alle stampe sopravvissute, esiste un corpus significativo di fonti manoscritte contenenti versioni alternative di sette concerti. Alcuni di questi manoscritti provengono dalla biblioteca musicale di Johann Georg Pisendel.
La raccolta ha la stessa struttura delle altre due che hanno dato un’impronta fondamentale alla produzione vivaldiana. Si tratta delle celeberrime “Il Cimento dell’Armonia e dell’Inventione” Opera 8 e “L’Estro Armonico” Opera 3, entrambe più famose della presente opera). Come nelle altre due raccolte, ciascuno dei dodici concerti della Stravaganza dura una decina di minuti. 

“IL CIMENTO DELL’ARMONIA E DELL’INVENTIONE” (Opera VIII) contiene dodici concerti per violino e archi, composti da Antonio Vivaldi tra il 1723 e il 1725. 
Iniziamo dal titolo, veramente bello, che mette in risalto la voglia di Vivaldi di comporre delle melodie armoniose, ma anche di sperimentare nuove strade compositive. Al suo interno troviamo nei primi quattro concerti, “Le quattro stagioni”, che sono tra le musiche più conosciute in assoluto del repertorio classico. Come spesso accade quando ci sono dei brani molto famosi, il rischio è che vengano messi in ombra gli altri, che non sono assolutamente da meno e meritano di essere ascoltati alla stessa stregua. Non solo, meglio non snobbare neanche “Le quattro stagioni”, che è vero le ascoltiamo spesso, ma a brandelli da spezzoni televisivi, o da orride suonerie su smartphone, omogenizzate ad uso e consumo di chi le trasmette, ma non di chi le riceve. Meglio quindi fare un passo indietro e ascoltare con attenzione nella versione adeguata proposta da I VIRTUOSI ITALIANI i concerti qui presenti. 

È incredibile pensare che Vivaldi fu dimenticato per decenni e riscoperto solo agli inizi del XX secolo, grazie alle ricerche dello studioso francese Marc Pincherle e in seguito di Alfredo Casella. Vivaldi è anche poeta, ed infatti scrive alcuni sonetti per descrivere con parole le quattro stagioni, che possono essere considerate una guida per seguire l’ascolto dei concerti. “Le quattro stagioni” infatti fanno parte di sette dei dodici concerti cui proposti, che sono stati composti “a programma”. Con la scelta del nome, Vivaldi voleva riferirsi al piacere che egli provava nello sperimentare – soprattutto nella sovrapposizione della forma del ritornello e dell’elemento programmatico – l’idea presente soprattutto nei concerti n. 5, 6 e 10. Questo significa che il loro ascolto, attraverso l’utilizzo degli strumenti, descrive una scena, che spesso è la descrizione di eventi naturali. I sette concerti di questo tipo sono quelli con un titolo: “La tempesta di mare”, RV 253, “Il piacere”, RV 180, “La caccia”, RV 362.

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Voce e Chitarra, tra canzoni e improvvisazioni


L’evento

L’amore per l’improvvisazione e il desiderio di portare la propria visione del mondo oltre i confini nazionali: queste le similitudini di intenti e d’arte che hanno portato due compositori di grande talento a unire le proprie abilità in un progetto comune.

La voce di Marta, colma della sua verità, le sue gioie e dolori, e la chitarra di Federico, un duo eclettico e poliedrico pronto a raccontare il suo personalissimo viaggio

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