L’evento

Quanta energia serve per proiettare un film?

Il Cinema a Pedali è esattamente ciò che sembra: un invito alla consapevolezza degli sforzi necessari non solo per creare arte, ma anche e soprattutto per usufruirne.

La batteria del proiettore sarà infatti alimentata da tre biciclette su cui ognuno di voi potrà montare: il pubblico stesso, a turno, sarà di ausilio alla proiezione del film in cartellone.

Così come il cinema non è nulla senza qualcuno che lo guarda, sarà il pubblico a rendere possibile un’esperienza filmica a impatto completamente zero.

Per l’occasione, sarà proiettato il film The Blues Brothers.

Biglietto: 5€
Ingresso gratuito:
– Bambini sotto i 4 anni tenuti in braccio dai genitori
– Eventuali accompagnatori di portatori di handicap

FAQ

L’Arena si trova a Ciano d’Enza, in fondo a Via dei Martiri.
Dalla Strada Provinciale SP513 Via Val d’Enza Nord, svoltare in Via dei Castelli; dopo circa 500m svoltare nella prima strada a destra e proseguire fino in fondo.

Ricordiamo che Via dei Martiri sarà chiusa al traffico nei giorni di spettacolo.

La mappa dei parcheggi è consultabile cliccando qui.

Per ottenere indicazioni stradali, cliccare sulle P verdi.

Compila il modulo a questo link per ottenere assistenza.

I portatori di handicap hanno diritto all’ingresso ridotto, l’eventuale accompagnatore entra gratuitamente.


Anna De Leo Violino e voce
Angela De Leo Fisarmonica e voce
Rita Zauli Cajun, percussioni e voce


L’evento

Emisurela è un trio femminile folk fondato nel 2021 dalle sorelle Anna e Angela De Leo (violino e fisarmonica). Insieme alla percussionista Rita Zauli portano avanti la tradizione della musica folk romagnola, in una nuova chiave protofemminista.

Lo show si sviluppa partendo dai balli delle aie contadine di fine ‘800, attraversando la storia del leggendario maestro Secondo Casadei, per poi espandersi verso la musica kletzmer, e le cumbie sudamericane.

L’energia rock e l’attenzione alla tradizione musicale del territorio, sono il loro asso nella manica.

Biglietto: 5€
Ingresso gratuito:
– Bambini sotto i 4 anni tenuti in braccio dai genitori
– Eventuali accompagnatori di portatori di handicap

FAQ

L’Arena si trova a Ciano d’Enza, in fondo a Via dei Martiri.
Dalla Strada Provinciale SP513 Via Val d’Enza Nord, svoltare in Via dei Castelli; dopo circa 500m svoltare nella prima strada a destra e proseguire fino in fondo.

Ricordiamo che Via dei Martiri sarà chiusa al traffico nei giorni di spettacolo.

La mappa dei parcheggi è consultabile cliccando qui.

Per ottenere indicazioni stradali, cliccare sulle P verdi.

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I portatori di handicap hanno diritto all’ingresso ridotto, l’eventuale accompagnatore entra gratuitamente.


Davide Salvi Fisarmonica
Sandro Menetti Chitarra
Paolo Testoni Basso
Massimiliano Alberti Batteria


L’evento

ATTENZIONE
Il concerto di questa sera è stato annullato. Sarà riprogrammato in data e luogo da destinarsi
.

Davide Salvi è un fisarmonicista che porta la tradizione musicale di Bologna nelle piazze italiane e nei teatri con la sua orchestra.
Numerose sono le partecipazioni all’estero. La sua orchestra è collocata tra le più grandi realtà Italiane del ballo. Ha realizzato 15 dischi tra cui anche uno per le gare di ballo alla filuzzi.

Da tutti è riconosciuto come “il virtuoso” della fisarmonica.

Biglietto intero: 5€
Ridotto residenti Comune di Canossa: 4€
Ridotto associati Fitel: 4,5€

Ingresso gratuito:
– Bambini sotto i 4 anni tenuti in braccio dai genitori
– Eventuali accompagnatori di portatori di handicap

FAQ

L’Arena si trova a Ciano d’Enza, in fondo a Via dei Martiri.
Dalla Strada Provinciale SP513 Via Val d’Enza Nord, svoltare in Via dei Castelli; dopo circa 500m svoltare nella prima strada a destra e proseguire fino in fondo.

Ricordiamo che Via dei Martiri sarà chiusa al traffico nei giorni di spettacolo.

La mappa dei parcheggi è consultabile cliccando qui.

Per ottenere indicazioni stradali, cliccare sulle P verdi.

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I portatori di handicap hanno diritto all’ingresso ridotto, l’eventuale accompagnatore entra gratuitamente.

L’evento

Una prima serata di Extra Festival dedicata alla sostenibilità della cultura.

Quanta energia serve per proiettare un film?

Il Cinema a Pedali è esattamente ciò che sembra: un invito alla consapevolezza degli sforzi necessari non solo per creare arte, ma anche e soprattutto per usufruirne.

La batteria del proiettore sarà infatti alimentata da tre biciclette su cui ognuno di voi potrà montare: il pubblico stesso, a turno, sarà di ausilio alla proiezione del film in cartellone.

Così come il cinema non è nulla senza qualcuno che lo guarda, sarà il pubblico a rendere possibile un’esperienza filmica a impatto completamente zero.

Per l’occasione, sarà proiettato il film Mamma Mia!.

FAQ

L’Arena si trova a Ciano d’Enza, in fondo a Via dei Martiri.
Dalla Strada Provinciale SP513 Via Val d’Enza Nord, svoltare in Via dei Castelli; dopo circa 500m svoltare nella prima strada a destra e proseguire fino in fondo.

Ricordiamo che Via dei Martiri sarà chiusa al traffico nei giorni di spettacolo.

La mappa dei parcheggi è consultabile cliccando qui.

Per ottenere indicazioni stradali, cliccare sulle P verdi.

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I portatori di handicap hanno diritto all’ingresso ridotto, l’eventuale accompagnatore entra gratuitamente.


Mauro Durante Voce, percussioni, violino
Alessia Tondo Voce, percussioni
Silvia Perrone Danza
Giulio Bianco Zampogna, armonica, flauti e fiati popolari, basso
Massimiliano Morabito Organetto
Emanuele Licci Voce, chitarra, bouzouki
Giancarlo Paglialunga Voce, tamburieddhu, percussioni
Francesco Aiello Ingegnere del suono


L’evento

Una serata Extra Festival per salutarci e ballare tutti insieme.

Fondato nel 1975 dalla scrittrice Rina Durante, il Canzoniere Grecanico Salentino (CGS) è il più importante gruppo di musica popolare salentina, il primo ad essersi formato in Puglia.

L’affascinante dicotomia tra tradizione e modernità ne caratterizza la musica: il gruppo è composto dai principali protagonisti dell’attuale scena pugliese, che reinterpretano in chiave moderna le tradizioni che ruotano attorno alla celebre pizzica tarantata rituale, che aveva il potere di curare, attraverso la musica, la trance e la danza il morso della leggendaria Taranta.

Gli spettacoli del CGS sono un’esplosione di energia, passione, ritmo e magia, che trascinano in un viaggio dal passato al presente sul battito del tamburello, cuore pulsante della tradizione salentina.

Guidato dal tamburellista e violinista Mauro Durante, che ha ereditato la leadership dal padre Daniele nel 2007, il CGS continua a innovare e a rappresentare la musica italiana nel mondo, collaborando con artisti del calibro di Ludovico Einaudi, Piers Faccini, Ballake Sissoko, Ibrahim Maalouf, Fanfara Tirana, Stewart Copeland dei Police, e portando la voce di un territorio musicale che con la pizzica ha sempre manifestato la propria identità.

Biglietto intero: 13€
Biglietto ridotto (under25, over65, portatori di disabilità, residenti Comune di Canossa): 10€

Ingresso gratuito:
– Bambini sotto i 4 anni tenuti in braccio dai genitori
– Eventuali accompagnatori di portatori di handicap

FAQ

L’Arena si trova a Ciano d’Enza, in fondo a Via dei Martiri.
Dalla Strada Provinciale SP513 Via Val d’Enza Nord, svoltare in Via dei Castelli; dopo circa 500m svoltare nella prima strada a destra e proseguire fino in fondo.

Ricordiamo che Via dei Martiri sarà chiusa al traffico nei giorni di spettacolo.

La mappa dei parcheggi è consultabile cliccando qui.

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I portatori di handicap hanno diritto all’ingresso ridotto, l’eventuale accompagnatore entra gratuitamente.


Claudio Bruciaferri Violino
Roberto Ruffilli Voce e Sax
Riccardo Monti Clarino e Sax
Adealdo Baldassarri Tastiere, Fisarmonica, Clarino, Sax tenore 
Vainer Rossi Batteria
Luva Piva Basso elettrico, Contrabbasso acustico
Gianpiero Bocchini Chitarra elettrica e Chitarra folk

Musiche di Secondo Casadei, Raoul Casadei, Vittorio Borghesi, Ferrer Rossi, Castellina Glen Miller, Ennio Morricone, Renato Carosone, Lucio Dalla e altri


L’evento

La Storia di Romagna nasce il 19 dicembre 1981, debuttando al Centro Internazionale “Ca’ del Liscio” di Ravenna. È una realizzazione di Vincenzo Nonni, ambasciatore della musica romagnola. Il suggerimento di fare un’orchestra di questo tipo fu dato da Raoul Casadei a Vincenzo Nonni, all’epoca direttore della Ca’ del Liscio. Tanti erano gli amanti della musica di Secondo Casadei, che da tempo sognavano di avere un’orchestra che proponesse la lunga e straordinaria storia musicale di questo grande Maestro, simbolo della Romagna.

L’orchestra nasce con lo spirito e l’impegno di eseguire i suoi brani con le stesse modalità e stile e con quel sound tutto particolare che li contraddistingue. È una tradizione che fa parte della cultura popolare romagnola, un patrimonio da salvaguardare; è vita per gli anziani e linfa per i giovani.

La Storia di Romagna si presenta con una formazione di 7 elementi, con la caratteristica divisa rossa anni ’50. Tutto il repertorio è eseguito esclusivamente dal vivo, con grinta, forza e calore; una musica travolgente, carica di emozioni, che fa del ballerino un vero atleta da competizione.

Completano il repertorio tradizionale, che comunque rimane il suo fiore all’occhiello, i ballabili internazionali di grande successo e le canzoni presentate dai cantanti che, con bravura ed esperienza, arricchiscono l’orchestra, composta da veri professionisti, offrendo così un concerto per chi ascolta e una carica di agonismo per chi balla.

Biglietto intero: 5€

Ingresso gratuito:
– Bambini sotto i 4 anni tenuti in braccio dai genitori
– Eventuali accompagnatori di portatori di handicap

FAQ

L’Arena si trova a Ciano d’Enza, in fondo a Via dei Martiri.
Dalla Strada Provinciale SP513 Via Val d’Enza Nord, svoltare in Via dei Castelli; dopo circa 500m svoltare nella prima strada a destra e proseguire fino in fondo.

Ricordiamo che Via dei Martiri sarà chiusa al traffico nei giorni di spettacolo.

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Paolo Fresu Tromba, flicorno, effetti
Bebo Ferra Chitarra
Paolino Dalla Porta Contrabbasso
Stefano Bagnoli Batteria


L’evento

Il Devil Quartet è sul serio un gruppo straordinario. Nato dalle ceneri dell’amato Angel Quartet, glorificato da tanti successi continentali durante il corso degli anni Novanta del secolo scorso, proprio da quell’esperienza ha trovato rinnovata linfa creativa e dopo un energetico inizio prettamente “elettrico” ha scelto di seguire l’idea tutta di Fresu di un nuovo senso di musica “meticciata” o – come la definisce lui stesso, “melangé”.

L’operazione, per niente facile, è addivenuta ad un intelligentissimo completamento quando proponendo quello che sembrava essere stato il gruppo sostanzialmente più “elettrico” del jazz italiano di quegli anni ha proposto nel successivo album “Carpe Diem” una versione completamente acustica dell’espressione musicale, ribaltando canoni e anche le sonnolente abitudini di molti critici che trovano semplice etichettare velocemente un progetto.

L’idea semplicemente “nuova” di Fresu fu dunque quella di dare seguito alla storia della formazione spiazzando la consuetudine e proponendo in quell’occasione un progetto decisamente diverso dai precedenti che proprio nel fatto di essere suonato con strumenti completamente acustici, trovò il suo punto di forza.

Successo ovviamente inimmaginabile che ha ulteriormente rafforzato l’impressionante forza creativa di un quartetto che, come scrissero alcuni attenti recensori, almeno in Europa non aveva eguali. Col tempo, in questi ultimi anni di “live adventures” il progetto è stato capace di recuperare anche le venature elettriche originarie che da sempre fanno amare questo incredibile quartetto e dunque il divertimento (sia del gruppo che degli uditori) è assicurato!

La capacità primaria di questi nuovi “diavoli” è dunque quella di intrecciare linguaggi ed energia come davvero pochi altri. I dialoghi di Fresu con tre autentici assi dell’Italian style (termine coniato dal compianto musicologo Vittorio Franchini) restano dunque quelli di altissimo livello qualitativo al quale il gruppo ci aveva abituato. La sostanza jazzistica viene traslata in territori decisamente creativi, sia nei momenti mossi che in quelli più propriamente lirici o melodici. I termini non sono cambiati e, insieme alla consueta vera arte di un Dalla Porta in sistematico stato di grazia e all’incredibile inventiva di un Bagnoli assurto ormai nel gotha dei drummer contemporanei si aggiunge la versione semplicemente perfetta del “modus” del fraseggio di Bebo Ferra, sempre più vicino alle soglie dell’olimpo chitarristico moderno.

Di Fresu, infine, niente di più da dire se non far notare che sembra avere il dono della quasi infallibilità, proponendo il suo unico suono a disposizione di un lavoro che sembra essere stato creato per rispondere con i fatti alla celebre massima di Fedor Dostoevskij, per il quale solo la bellezza salverà il mondo.

(Vic Albani)

Biglietto intero: 20€
Biglietto ridotto (under25, over65, residenti Comune di Canossa, portatori di disabilità): 15€

Ingresso gratuito:
– Bambini sotto i 4 anni tenuti in braccio dai genitori
– Eventuali accompagnatori di portatori di handicap

FAQ

L’Arena si trova a Ciano d’Enza, in fondo a Via dei Martiri.
Dalla Strada Provinciale SP513 Via Val d’Enza Nord, svoltare in Via dei Castelli; dopo circa 500m svoltare nella prima strada a destra e proseguire fino in fondo.

Ricordiamo che Via dei Martiri sarà chiusa al traffico nei giorni di spettacolo.

La mappa dei parcheggi è consultabile cliccando qui.

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I portatori di handicap hanno diritto all’ingresso ridotto, l’eventuale accompagnatore entra gratuitamente.


ORCHESTRA DEL BARACCANO

direttore Giambattista Giocoli
Gabriele Bellu Violino
Filippo Mazzoli Flauto
Davide Braco Clarinetto basso
Alice Caradente Arpa
Chiara Cattani Clavicembalo
Raffaele Damen Fisarmonica
Luca Piazzi Tromba
Gianluigi Paganelli Basso tuba


L’evento

Le Antiche Arie e Danze per Liuto sono una raccolta di libere trascrizioni da brani per liuto del XVI e XVII secolo, realizzate da Ottorino Respighi e organizzate in tre suites per diversi organici orchestrali.
Nel 1917 Respighi realizzò la Prima suite, nel 1923 la Seconda Suite, nel 1931 la Terza Suite.
La moglie Elsa le raccolse e le riordinò tutte nel 1937.

Nell’arrangiamento originale dell’Orchestra del Baraccano le otto parti reali che compongono l’ensemble cercano di riprodurre tutti i colori orchestrali pensati da Respighi, con l’intento di creare una sintesi affascinante tra il garantire la presenza di strumenti fondamentali per Respighi, come l’arpa e il clavicembalo, ed il ricercare un suono nuovo e moderno con l’inserimento di fisarmonica e basso tuba.

Programma Musicale

PRIMA SUITE
Simone Molinaro, 1599

Ballo detto “Il Conte Orlando”
Allegro moderato

Vincenzo Galilei, 155?
Gagliarda
Allegro marcato – Andantino mosso

Ignoto, fine sec. XVI
Villanella
Andante cantabile

Ignoto, fine sec. XVI
Passo mezzo e Mascherada
Allegro vivo – Vivacissimo

SECONDA SUITE
Fabrizio Caroso, 1581

Laura soave, Balletto con gagliarda, saltarello e canario
Andantino – Allegro marcato – Andantino

Jean-Baptiste Besard, 1617
Danza rustica
Allegretto

Ignoto con Marin Mersenne, sec. XVII
Campanae parisienses – Aria
Andante mosso – Largo espressivo

Bernardo Gianoncelli detto Il Bernardello, 1650
Bergamasca 
Allegro

TERZA SUITE
Ignoto, fine sec. XVI

Italiana
Andantino

Jean-Baptiste Besard, sec. XVI
Arie di corte
Andante cantabile – Allegretto – Vivace – Lento con grande espressione
Allegro vivace – Vivacissimo – Andante cantabile

Ignoto, fine sec. XVI
Siciliana
Andantino

Lodovico Roncalli, 1692
Passacaglia
Maestoso – Vivace

FAQ

Risposta lunga etc…


ENERBIA

Maddalena Scagnelli Violino e voce
Franco Guglielmetti Fisarmonica
Carlo Gandolfi Piva 
Nicola Rulli Chitarra


L’evento

Il gruppo Enerbia mantiene ininterrotto il filo che unisce la musica colta e quella popolare  nello straordinario paesaggio sonoro delle Quattro Province, la zona montana di confine tra  Emilia-Romagna, Liguria, Lombardia e Piemonte, terra di strumenti originali come la piva, l’antica cornamusa dell’Appennino o il magico oboe popolare chiamato piffero.

Il titolo del concerto è quello di una bellissima canzone d’amore che evoca la serena dolcezza che accompagna l’ora del crepuscolo, quando si accendono le prime stelle.

Il gruppo è stato ritratto da Paolo Rumiz nei suoi libri di viaggio in Appennino ma ha anche fornito la musica per le scene lungo il fiume Po del film I cento chiodi di Ermanno Olmi. Il viaggio musicale di Enerbia si muove idealmente dalle  corti rurali della pianura per risalire le valli appenniniche lungo vie storiche quali la Via Francigena con le sue varianti e da lì raggiungere il Mediterraneo. Il concerto farà rivivere le atmosfere della festa con l’esecuzione del repertorio di danze di coppia e di gruppo (valzer, mazurke, gighe, alessandrine, monferrine) di canti legati alla feste sacre e profane del mondo rurale,  di ballate d’amore e di viaggio.

Partner

FAQ

Risposta lunga etc…


I VIRTUOSI ITALIANI

Alberto Martini Maestro di Concerto al violino


L’evento

Il complesso de I VIRTUOSI ITALIANI, nato del 1989, è una delle formazioni più attive e qualificate nel panorama musicale italiano ed internazionale. Viene loro riconosciuta una particolare attitudine nel creare progetti sempre innovativi, una costante ricerca nei vari linguaggi, oltre all’eccellente qualità artistica dimostrata in anni di attività. Si sono esibiti per i più importanti teatri e per i principali enti musicali italiani e nelle più importanti sale del mondo  La loro attenzione e ricerca verso esecuzioni storicamente informate, li ha condotti a esibirsi nel repertorio barocco e classico anche su strumenti originali. 

Così scrive Enrico Girardi sul “Corriere della Sera”: «I Virtuosi Italiani sono un ensemble di assoluto valore. Affrontano il barocco, il classico e il contemporaneo non solo con disinvoltura, ma con una grinta, uno smalto e una “adrenalina” che produce vita e tensione senza portare oltre i limiti di una saggia pertinenza stilistica».

Programma musicale

Antonio Vivaldi
Sinfonia in sol maggiore per archi e basso continuo Il Coro delle Muse RV 149 
Allegro – Andante – Allegro assai

Antonio Vivaldi
Da L’Estro Armonico Opera III Concerto n. 9 in re maggiore per violino, archi e basso continuo RV 230 
Allegro – Larghetto – Allegro

Antonio Vivaldi
da La Stravaganza Opera IV, Concerto n. 1 in si bemolle per violino, archi e basso continuo maggiore RV 383a
Allegro – Largo e cantabile – Allegro

Antonio Vivaldi
Le Quattro Stagioni quattro concerti per violino, archi e basso continuo da Il Cimento dell’Armonia e dell’Invenzione op. VIII
Concerto n.1 in Mi maggiore La Primavera RV 269
Allegro, Largo, Allegro 

Concerto n.2 in sol minore L’Estate RV 315
Allegro non molto, Adagio, Presto  

Concerto n.3 in Fa maggiore L’Autunno RV 293
Allegro, Adagio molto, Allegro

Concerto n.4 in fa minore L’Inverno RV 297
Allegro non molto, Largo, Allegro

Note di sala

«La musica eccezionale è quella degli Ospedali dove le “putte” cantano come gli angeli e suonano il violino, l’organo, l’oboe, il violoncello, il fagotto; insomma non c’è strumento che le spaventi.»

L’opera di Vivaldi contribuì significativamente allo sviluppo del concerto, soprattutto solistico e della tecnica del violino e dell’orchestrazione. Nonostante la grande popolarità che subito raggiunse in tutta Europa, solo una piccola parte dell’imponente produzione concertistica vivaldiana venne data alle stampe durante la sua vita. 
Il manoscritto dei Concerti con molti Instrumenti suonati dalle Figlie del Pio Ospedale della Pietà avanti Sua Altezza Reale il Serenìssimo Federico Chrìstiano… (donato al Principe come ricordo) comprende anche Sinfonia per archi in sol maggiore RV 149 “Il Coro delle Muse”. Una pagina brillante che ben si addice a quell’occasione festosa e da cui traspare una vitalità ancora assolutamente integra, nonostante l’età del compositore.
L’Allegro iniziale, mancando il solista, è giocato interamente sui diversi spessori dell’ensemble orchestrale in una continua variazione delle dinamicità sonore. Di carattere “spiritoso” è invece il secondo tempo, un Andante costruito sulla divisione in due dei violini che da una parte, con l’archetto, cantano la melodia e dall’altra accompagnano in pizzicato. La chiusura è affidata ancora ad un Allegro travolgente, in una conclusione quasi “teatrale” da gran finale prima della calata del sipario.

“L’ESTRO ARMONICO” è una raccolta di dodici concerti opera III di Antonio Vivaldi. La strumentazione è di orchestra d’archi e un violino solista in 4 concerti, 2 violini solisti in altri 4 (2 di questi anche col violoncello) e altri 4 concerti per 4 violini solisti (anche in questo caso 2 concerti anche con il violoncello). 
Il titolo dell’opera è un ossimoro che vuole evidenziare la ricerca del perfetto punto di equilibrio fra due esigenze opposte: da un lato l’estro, cioè la pura fantasia che si scatena in totale libertà, e dall’altro gli stretti vincoli matematici dettati dalle regole dell’armonia. 
Questi concerti ebbero uno strepitoso successo in tutta Europa e, grazie ad essi, il “Prete Rosso” fu per qualche anno il compositore più rinomato. Segnarono il passaggio dal concerto grosso al concerto solistico. Il musicologo Alfred Einstein a proposito di un passaggio del terzo movimento del concerto numero 8 scrisse: “è come se in una sala barocca porte e finestre si spalancassero all’improvviso e si respirasse una ventata d’aria fresca”. Lo studioso vivaldiano Michael Talbot si spinse al punto di affermare che questi lavori sono “forse la più influente raccolta di musica strumentale apparsa nell’intero diciottesimo secolo”.
L’opera 3 fu pubblicata ad Amsterdam da Estienne Roger presumibilmente nel 1711. Roger, infatti, non includeva la data di pubblicazione, ma solo un numero d’ordine e inoltre riciclava i numeri di opere esaurite, come sembra sia capitato anche all’Estro Armonico. La sua uscita fu pubblicizzata con un annuncio sul The Post Man di Londra. 
L’opera fu ripubblicata in modo non autorizzato da John Walsh a Londra e a Parigi, con l’improbabile titolo “Les Troarmonico”. 

“LA STRAVAGANZA” è il titolo di una raccolta di dodici concerti composti tra il 1712 e il 1713, pubblicati per la prima volta nel 1716 da Estienne Roger ad Amsterdam, come opus IV, e dedicati a un nobile veneziano, Vettor Delfino. Nell’intestazione originale, la dedica riporta il seguente testo: «Concerti consacrati a Sua Eccellenza il Signor Vettor Delfino, nobile veneto, da Don Antonio Vivaldi, Musico di Violino, e Maestro de Concerti del Pio Ospitale della Pietà di Venetia.»
I dodici concerti op. 4 conosciuti con il nome di “La Stravaganza” furono citati per la prima volta come raccolta di “Concerti a Quattro” nella Prefazione de “L’Estro Armonico” op. 3. La loro pubblicazione dovette attendere fino al 1716, quando Estienne Roger li pubblicò ad Amsterdam in due volumi di sei concerti ciascuno. Tuttavia, a differenza dell’annuncio originale, “La Stravaganza” è più di una raccolta di concerti per violino solo con accompagnamento d’archi: in cinque concerti il solista è affiancato da un secondo violino solista o addirittura da un violoncello solista (Concerto n. 7).
Le numerose ristampe de “La Stravaganza” testimoniano la sua popolarità e ampia diffusione fino agli anni Trenta del Settecento. Oltre alle stampe sopravvissute, esiste un corpus significativo di fonti manoscritte contenenti versioni alternative di sette concerti. Alcuni di questi manoscritti provengono dalla biblioteca musicale di Johann Georg Pisendel.
La raccolta ha la stessa struttura delle altre due che hanno dato un’impronta fondamentale alla produzione vivaldiana. Si tratta delle celeberrime “Il Cimento dell’Armonia e dell’Inventione” Opera 8 e “L’Estro Armonico” Opera 3, entrambe più famose della presente opera). Come nelle altre due raccolte, ciascuno dei dodici concerti della Stravaganza dura una decina di minuti. 

“IL CIMENTO DELL’ARMONIA E DELL’INVENTIONE” (Opera VIII) contiene dodici concerti per violino e archi, composti da Antonio Vivaldi tra il 1723 e il 1725. 
Iniziamo dal titolo, veramente bello, che mette in risalto la voglia di Vivaldi di comporre delle melodie armoniose, ma anche di sperimentare nuove strade compositive. Al suo interno troviamo nei primi quattro concerti, “Le quattro stagioni”, che sono tra le musiche più conosciute in assoluto del repertorio classico. Come spesso accade quando ci sono dei brani molto famosi, il rischio è che vengano messi in ombra gli altri, che non sono assolutamente da meno e meritano di essere ascoltati alla stessa stregua. Non solo, meglio non snobbare neanche “Le quattro stagioni”, che è vero le ascoltiamo spesso, ma a brandelli da spezzoni televisivi, o da orride suonerie su smartphone, omogenizzate ad uso e consumo di chi le trasmette, ma non di chi le riceve. Meglio quindi fare un passo indietro e ascoltare con attenzione nella versione adeguata proposta da I VIRTUOSI ITALIANI i concerti qui presenti. 

È incredibile pensare che Vivaldi fu dimenticato per decenni e riscoperto solo agli inizi del XX secolo, grazie alle ricerche dello studioso francese Marc Pincherle e in seguito di Alfredo Casella. Vivaldi è anche poeta, ed infatti scrive alcuni sonetti per descrivere con parole le quattro stagioni, che possono essere considerate una guida per seguire l’ascolto dei concerti. “Le quattro stagioni” infatti fanno parte di sette dei dodici concerti cui proposti, che sono stati composti “a programma”. Con la scelta del nome, Vivaldi voleva riferirsi al piacere che egli provava nello sperimentare – soprattutto nella sovrapposizione della forma del ritornello e dell’elemento programmatico – l’idea presente soprattutto nei concerti n. 5, 6 e 10. Questo significa che il loro ascolto, attraverso l’utilizzo degli strumenti, descrive una scena, che spesso è la descrizione di eventi naturali. I sette concerti di questo tipo sono quelli con un titolo: “La tempesta di mare”, RV 253, “Il piacere”, RV 180, “La caccia”, RV 362.

FAQ

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