L’evento

Nel 1929 lo scrittore ungherese Frigyes Karinthy ha immaginato una teoria secondo la quale si può unire chiunque con chiunque altro su questo pianeta con una catena al massimo di sei conoscenze. Sei Gradi è diventato uno spettacolo teatrale del 1990, un film, 6 gradi di separazione di Fred Schepisi del 1993 e un programma di Radio3 Rai a cura di Luca Damiani in cui attraverso una serie di legami e di punti in comune si fanno dialogare musiche e musicisti lontani nel tempo, nello spazio e nei generi.

In Entroterre Festival, Sei Gradi diventa un format live di dialogo – delle interviste travestite da concerto – con musicisti e il loro repertorio, sia originale che non, scandito da sette legami. Luca Damiani, direttore artistico del Festival, conduce le interviste.

Al Festival dei Borghi, il 7 luglio, alle parole e alla musica, si aggiungono i disegni di Ernesto Bassignano e il racconto di una vita immediatamente consacrata alla musica e all’arte e consapevolmente dedicata alla lotta popolare. Dall’amicizia con Francesco De Gregori all’impegno politico, il teatro e la televisione, che insieme hanno forgiato una mente brillante, attenta e sensibile ai cambiamenti del mondo. Il suo ultimo album Siamo il nostro tempo, uscito nel 2023, conferma quanto la sua straordinaria capacità di raccontare il presente sia più che mai viva e arguta. Un artista ancora oggi unico e necessario.

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Nel 1929 lo scrittore ungherese Frigyes Karinthy ha immaginato una teoria secondo la quale si può unire chiunque con chiunque altro su questo pianeta con una catena al massimo di sei conoscenze.
Sei Gradi è diventato uno spettacolo teatrale del 1990, un film, 6 gradi di separazione di Fred Schepisi del 1993 e un programma di Radio3 Rai a cura di Luca Damiani in cui attraverso una serie di legami e di punti in comune si fanno dialogare musiche e musicisti lontani nel tempo, nello spazio e nei generi.
In Entroterre Festival, Sei Gradi diventa un format live di dialogo – delle interviste travestite da concerto – con musicisti e il loro repertorio, sia originale che non, scandito da sette legami. Luca Damiani, direttore artistico del Festival, conduce le interviste.

Protagonista del secondo incontro, in occasione del Festival dei Borghi, è il pianista Carlo Negroni.
La sua musica ormai da molto tempo è la confluenza di profili e sensazioni del Vecchio e Nuovo Mondo, libera da diktat mal vissuti, sempre pronto a mettersi in gioco ed in questo gioco l’improvvisazione convive, prende e dà ossigeno alla composizione. La musica di queste composizioni è un magma che durante i concerti si trasforma e si profila volta per volta nell’esperienza che vive Carlo Negroni e il suo pubblico.

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Nel 1929 lo scrittore ungherese Frigyes Karinthy ha immaginato una teoria secondo la quale si può unire chiunque con chiunque altro su questo pianeta con una catena al massimo di sei conoscenze.
Sei Gradi è diventato uno spettacolo teatrale del 1990, un film, 6 gradi di separazione di Fred Schepisi del 1993 e un programma di Radio3 Rai a cura di Luca Damiani in cui attraverso una serie di legami e di punti in comune si fanno dialogare musiche e musicisti lontani nel tempo, nello spazio e nei generi.
In Entroterre Festival, Sei Gradi diventa un format live di dialogo – delle interviste travestite da concerto – con musicisti e il loro repertorio, sia originale che non, scandito da sette legami. Luca Damiani, direttore artistico del Festival, conduce le interviste.

Il 5 luglio al Festival dei Borghi si inizia dall’incontro con Carlo Maver, uno dei pochissimi musicisti al mondo ad essere stato allievo del grande bandoneonista argentino Dino Saluzzi. Il programma musicale della serata è ispirato al suo ultimo album, Solenne, uscito a marzo per Visage Music, realizzato con il contributo di Bologna Città della Musica e Comune di Bologna. L’album è l’approdo di un lungo percorso musicale e geografico che ha visto Maver suonare con formazioni di vario tipo in luoghi come il Kurdistan, il Mali, il deserto del Sahara, l’Uzbekistan, il Turkmenistan, la Turchia e l’Indonesia.

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