Alex Britti è pronto a riabbracciare il pubblico che non ha mai smesso di sostenerlo, con un nuovo e incredibile tour.
Dopo il ritorno nella scena musicale con una nuova identità artistica, tre hit e un tour estivo, Alex continua la metamorfosi iniziata con Tutti come te e Nuda, ritrovandosi nel sound blues, pop, rap con contaminazioni urban di Supereroi.
Un’occasione perfetta per ascoltare dal vivo il meglio del suo repertorio e i nuovi brani del futuro disco, sempre scanditi dal ritmo della sua inconfondibile chitarra.
Evento in collaborazione con Fondazione San Galgano.
Risposta lunga etc…
Con Lucia Mascino Voce recitante
Orchestra della Toscana
Giacomo Bianchi Concertatore e violino
Flavio Giuliani Oboe
Conduce Luca Damiani
Un’occasione da non perdere per ritrovare sia la grande musica di Johann Sebastian Bach che la più celebre opera di Antonio Vivaldi, che compie 300 anni quest’anno, con l’eccezionale partecipazione di Lucia Mascino.
I concerti delle Quattro Stagioni, magistralmente eseguiti dall’Orchestra della Toscana e con Giacomo Bianchi concertatore e violino solista, si alternano e vengono esaltati dalla lettura dei sonetti dello stesso autore e brani del volume di Federico Maria Sardelli, Lucietta. Organista di Vivaldi.
Poesia, stralci di vita quotidiana delle musiciste dell’Ospedale della Pietà di Venezia, a cui Vivaldi si dedicò tra il 1704 e il 1740, il tutto nella splendida cornice dell’Abbazia cistercense di San Galgano, in provincia di Siena. Un tentativo di imbrigliare, attraverso la parola, le sfuggenti evocazioni di grandi Maestri.
Johann Sebastian Bach (1685 – 1750)
Concerto per violino, oboe e orchestra
in re minore BWV 1060R
Allegro / Adagio / Allegro
Antonio Vivaldi (1678 – 1741)
Le quattro stagioni
La Primavera
Concerto n.1 in mi maggiore RV 269
Allegro / Largo / Allegro pastorale
L’Estate
Concerto n.2 in sol minore RV 315
Allegro non molto / Adagio / Presto
L’Autunno
Concerto n.3 in fa maggiore RV 293
Allegro / Adagio molto / Allegro
L’Inverno
Concerto n.4 in fa minore RV 297
Allegro non molto / Largo / Allegro
Orchestra della Toscana
L’Orchestra della Toscana si è formata a Firenze nel 1980 per iniziativa della Regione Toscana, della Provincia e del Comune di Firenze e del ’83 è diventata Istituzione Concertistica Orchestrale per riconoscimento del Ministero del Turismo e dello Spettacolo. Composta da 44 musicisti, che si suddividono anche in agili ensemble, l’Orchestra realizza le prove e i concerti, distribuiti poi in tutta la Toscana, nello storico Teatro Verdi di sua proprietà. Si impone fin dagli esordi, sotto la direzione di Luciano Berio, come raffinata interprete dal barocco al classico romantico, fino al Novecento storico, con una particolare attenzione alla musica contemporanea. Ospite delle più importanti Società di Concerti italiane e impegnata in numerose Tournée all’estero, è oggi guidata dalla direzione artistica di Daniele Spini e dalla direzione principale di Diego Ceretta.
I suoi concerti sono trasmessi su RadioRai Tre e su Rete Toscana Classica; incide per Emi, Ricordi, Agorà, VDM Records, Sony Classical, Warner Music Italia, NovAntiqua Records e Dynamic.
Giacomo Bianchi
Nato a Como nel 1988, si diploma nel Conservatorio della sua città e nel 2011 consegue il diploma di secondo livello nella classe del Maestro Alessandro Perpich nel Conservatorio di Ferrara. Ha ricoperto il ruolo di primo violino di Spalla dell’Orchestra del Petruzzelli di Bari, dell’Orchestra di Padova e del Veneto, dell’Orchestra Toscanini di Parma, dell’Orchestra del Teatro Lirico di Trieste, dell’Orchestra del Friuli Venezia Giulia.
Nel marzo 2023 ha vinto il concorso indetto dalla Fondazione, diventando la nuova Spalla dell’Orchestra della Toscana. Suona in duo da 15 anni con la pianista, nonché sua moglie, Giordana Della Rosa. Ha insegnato nell’anno accademico 2022-23 presso il Conservatorio di Musica “G.Lettimi” di Rimini. Suona un Enrico Rocca del 1912. Ama essere d’accordo con Glenn Gould quando soleva dire che “lo scopo dell’arte è la costruzione paziente, che dura tutta la vita, di uno stato di meraviglia e serenità”, ma è altrettanto convinto che possa essere anche procurare momentanee scariche di
adrenalina.
Flavio Giuliani
Nato a Monopoli nel 1969, ha compiuto gli studi con il massimo dei voti presso il Conservatorio di Musica “Nino Rota” della sua città, con Mimmo Sarcina e Cosimo Larocca. In seguito si è perfezionato alla Scuola di Musica di Fiesole con Pietro Borgonovo e Giuseppe Garbarino e al Conservatorio Superiore di Ginevra con Maurice Bourgue ottenendo il “premier prix de virtuositè”. Ha collaborato come primo oboe con le Orchestre del Teatro Petruzzelli di Bari, dell’Accademia di Santa Cecilia di Roma, del Teatro “Carlo Felice” di Genova, dell’Orchestra da Camera di Mantova, dei Solisti Veneti.
È primo oboe dell’Orchestra della Toscana dal 1994, esibendosi anche in veste di solista nei Concerti di J.S. Bach, Vivaldi, Haydn,
Mozart e R. Strauss.
Prezzi e scontistiche
Acquisto sul posto: 10,00€
Acquisto online in prevendita: 5,00€
Prezzo speciale per i residenti nei comuni di Chiusdino, Monticiano, Radicondoli, Montieri, Sovicille (sia online che sul posto): 2,00€
Evento in collaborazione con Fondazione San Galgano.
Risposta lunga etc…
Alberto Martini Maestro di Concerto al violino
Il complesso de I VIRTUOSI ITALIANI, nato del 1989, è una delle formazioni più attive e qualificate nel panorama musicale italiano ed internazionale. Viene loro riconosciuta una particolare attitudine nel creare progetti sempre innovativi, una costante ricerca nei vari linguaggi, oltre all’eccellente qualità artistica dimostrata in anni di attività. Si sono esibiti per i più importanti teatri e per i principali enti musicali italiani e nelle più importanti sale del mondo La loro attenzione e ricerca verso esecuzioni storicamente informate, li ha condotti a esibirsi nel repertorio barocco e classico anche su strumenti originali.
Così scrive Enrico Girardi sul “Corriere della Sera”: «I Virtuosi Italiani sono un ensemble di assoluto valore. Affrontano il barocco, il classico e il contemporaneo non solo con disinvoltura, ma con una grinta, uno smalto e una “adrenalina” che produce vita e tensione senza portare oltre i limiti di una saggia pertinenza stilistica».
Antonio Vivaldi
Sinfonia in sol maggiore per archi e basso continuo Il Coro delle Muse RV 149
Allegro – Andante – Allegro assai
Antonio Vivaldi
Da L’Estro Armonico Opera III Concerto n. 9 in re maggiore per violino, archi e basso continuo RV 230
Allegro – Larghetto – Allegro
Antonio Vivaldi
da La Stravaganza Opera IV, Concerto n. 1 in si bemolle per violino, archi e basso continuo maggiore RV 383a
Allegro – Largo e cantabile – Allegro
Antonio Vivaldi
Le Quattro Stagioni quattro concerti per violino, archi e basso continuo da Il Cimento dell’Armonia e dell’Invenzione op. VIII
Concerto n.1 in Mi maggiore La Primavera RV 269
Allegro, Largo, Allegro
Concerto n.2 in sol minore L’Estate RV 315
Allegro non molto, Adagio, Presto
Concerto n.3 in Fa maggiore L’Autunno RV 293
Allegro, Adagio molto, Allegro
Concerto n.4 in fa minore L’Inverno RV 297
Allegro non molto, Largo, Allegro
«La musica eccezionale è quella degli Ospedali dove le “putte” cantano come gli angeli e suonano il violino, l’organo, l’oboe, il violoncello, il fagotto; insomma non c’è strumento che le spaventi.»
L’opera di Vivaldi contribuì significativamente allo sviluppo del concerto, soprattutto solistico e della tecnica del violino e dell’orchestrazione. Nonostante la grande popolarità che subito raggiunse in tutta Europa, solo una piccola parte dell’imponente produzione concertistica vivaldiana venne data alle stampe durante la sua vita.
Il manoscritto dei Concerti con molti Instrumenti suonati dalle Figlie del Pio Ospedale della Pietà avanti Sua Altezza Reale il Serenìssimo Federico Chrìstiano… (donato al Principe come ricordo) comprende anche Sinfonia per archi in sol maggiore RV 149 “Il Coro delle Muse”. Una pagina brillante che ben si addice a quell’occasione festosa e da cui traspare una vitalità ancora assolutamente integra, nonostante l’età del compositore.
L’Allegro iniziale, mancando il solista, è giocato interamente sui diversi spessori dell’ensemble orchestrale in una continua variazione delle dinamicità sonore. Di carattere “spiritoso” è invece il secondo tempo, un Andante costruito sulla divisione in due dei violini che da una parte, con l’archetto, cantano la melodia e dall’altra accompagnano in pizzicato. La chiusura è affidata ancora ad un Allegro travolgente, in una conclusione quasi “teatrale” da gran finale prima della calata del sipario.
“L’ESTRO ARMONICO” è una raccolta di dodici concerti opera III di Antonio Vivaldi. La strumentazione è di orchestra d’archi e un violino solista in 4 concerti, 2 violini solisti in altri 4 (2 di questi anche col violoncello) e altri 4 concerti per 4 violini solisti (anche in questo caso 2 concerti anche con il violoncello).
Il titolo dell’opera è un ossimoro che vuole evidenziare la ricerca del perfetto punto di equilibrio fra due esigenze opposte: da un lato l’estro, cioè la pura fantasia che si scatena in totale libertà, e dall’altro gli stretti vincoli matematici dettati dalle regole dell’armonia.
Questi concerti ebbero uno strepitoso successo in tutta Europa e, grazie ad essi, il “Prete Rosso” fu per qualche anno il compositore più rinomato. Segnarono il passaggio dal concerto grosso al concerto solistico. Il musicologo Alfred Einstein a proposito di un passaggio del terzo movimento del concerto numero 8 scrisse: “è come se in una sala barocca porte e finestre si spalancassero all’improvviso e si respirasse una ventata d’aria fresca”. Lo studioso vivaldiano Michael Talbot si spinse al punto di affermare che questi lavori sono “forse la più influente raccolta di musica strumentale apparsa nell’intero diciottesimo secolo”.
L’opera 3 fu pubblicata ad Amsterdam da Estienne Roger presumibilmente nel 1711. Roger, infatti, non includeva la data di pubblicazione, ma solo un numero d’ordine e inoltre riciclava i numeri di opere esaurite, come sembra sia capitato anche all’Estro Armonico. La sua uscita fu pubblicizzata con un annuncio sul The Post Man di Londra.
L’opera fu ripubblicata in modo non autorizzato da John Walsh a Londra e a Parigi, con l’improbabile titolo “Les Troarmonico”.
“LA STRAVAGANZA” è il titolo di una raccolta di dodici concerti composti tra il 1712 e il 1713, pubblicati per la prima volta nel 1716 da Estienne Roger ad Amsterdam, come opus IV, e dedicati a un nobile veneziano, Vettor Delfino. Nell’intestazione originale, la dedica riporta il seguente testo: «Concerti consacrati a Sua Eccellenza il Signor Vettor Delfino, nobile veneto, da Don Antonio Vivaldi, Musico di Violino, e Maestro de Concerti del Pio Ospitale della Pietà di Venetia.»
I dodici concerti op. 4 conosciuti con il nome di “La Stravaganza” furono citati per la prima volta come raccolta di “Concerti a Quattro” nella Prefazione de “L’Estro Armonico” op. 3. La loro pubblicazione dovette attendere fino al 1716, quando Estienne Roger li pubblicò ad Amsterdam in due volumi di sei concerti ciascuno. Tuttavia, a differenza dell’annuncio originale, “La Stravaganza” è più di una raccolta di concerti per violino solo con accompagnamento d’archi: in cinque concerti il solista è affiancato da un secondo violino solista o addirittura da un violoncello solista (Concerto n. 7).
Le numerose ristampe de “La Stravaganza” testimoniano la sua popolarità e ampia diffusione fino agli anni Trenta del Settecento. Oltre alle stampe sopravvissute, esiste un corpus significativo di fonti manoscritte contenenti versioni alternative di sette concerti. Alcuni di questi manoscritti provengono dalla biblioteca musicale di Johann Georg Pisendel.
La raccolta ha la stessa struttura delle altre due che hanno dato un’impronta fondamentale alla produzione vivaldiana. Si tratta delle celeberrime “Il Cimento dell’Armonia e dell’Inventione” Opera 8 e “L’Estro Armonico” Opera 3, entrambe più famose della presente opera). Come nelle altre due raccolte, ciascuno dei dodici concerti della Stravaganza dura una decina di minuti.
“IL CIMENTO DELL’ARMONIA E DELL’INVENTIONE” (Opera VIII) contiene dodici concerti per violino e archi, composti da Antonio Vivaldi tra il 1723 e il 1725.
Iniziamo dal titolo, veramente bello, che mette in risalto la voglia di Vivaldi di comporre delle melodie armoniose, ma anche di sperimentare nuove strade compositive. Al suo interno troviamo nei primi quattro concerti, “Le quattro stagioni”, che sono tra le musiche più conosciute in assoluto del repertorio classico. Come spesso accade quando ci sono dei brani molto famosi, il rischio è che vengano messi in ombra gli altri, che non sono assolutamente da meno e meritano di essere ascoltati alla stessa stregua. Non solo, meglio non snobbare neanche “Le quattro stagioni”, che è vero le ascoltiamo spesso, ma a brandelli da spezzoni televisivi, o da orride suonerie su smartphone, omogenizzate ad uso e consumo di chi le trasmette, ma non di chi le riceve. Meglio quindi fare un passo indietro e ascoltare con attenzione nella versione adeguata proposta da I VIRTUOSI ITALIANI i concerti qui presenti.
È incredibile pensare che Vivaldi fu dimenticato per decenni e riscoperto solo agli inizi del XX secolo, grazie alle ricerche dello studioso francese Marc Pincherle e in seguito di Alfredo Casella. Vivaldi è anche poeta, ed infatti scrive alcuni sonetti per descrivere con parole le quattro stagioni, che possono essere considerate una guida per seguire l’ascolto dei concerti. “Le quattro stagioni” infatti fanno parte di sette dei dodici concerti cui proposti, che sono stati composti “a programma”. Con la scelta del nome, Vivaldi voleva riferirsi al piacere che egli provava nello sperimentare – soprattutto nella sovrapposizione della forma del ritornello e dell’elemento programmatico – l’idea presente soprattutto nei concerti n. 5, 6 e 10. Questo significa che il loro ascolto, attraverso l’utilizzo degli strumenti, descrive una scena, che spesso è la descrizione di eventi naturali. I sette concerti di questo tipo sono quelli con un titolo: “La tempesta di mare”, RV 253, “Il piacere”, RV 180, “La caccia”, RV 362.
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