Orchestrona della Scuola di Musica Popolare di Forlimpopoli


L’evento

Walzer e Mazurke Francesi, Scottish, Gighe e Tarantelle, Rondeau, Chappeloise, Manfrine e vecchio Liscio emiliano-romagnolo compongono un repertorio che l’Orchestrona, grazie agli arrangiamenti del M° Castiglia, personalizza e ripropone appassionatamente per offrire ai ballerini popolari e anche a chi semplicemente vuole ascoltare, una serie di brani che facciano muovere i piedi ed il cuore.

L’Orchestrona della Scuola di Musica Popolare di Forlimpopoli è un progetto che nasce oltre una ventina di anni fa da un’idea di Davide Castiglia, oggi direttore dell’ensemble, e che incarna in sé molti degli aspetti e delle finalità proprie alla Scuola Forlimpopolese.

Si tratta di una formazione assolutamente atipica, una commistione ben riuscita tra una banda e un’orchestra che non è in realtà nessuna delle due e che, negli ultimi anni, si è trasformata, nella struttura e nel repertorio, fino a diventare  una straordinaria macchina da ballo folk.

Nell’organico, assolutamente intergenerazionale, adolescenti, adulti ed ultrasettantenni, maestri, allievi ed ex allievi della Scuola, condividono un progetto musicale dove fisarmoniche, violini, violoncelli, contrabbassi, cornamuse, flauti, mandolini, chitarre e percussioni contribuiscono a costruire un repertorio scelto fra i migliori brani da ballo e d’ascolto della musica  popolare europea.

Un corso di musica d’insieme, una vetrina degli strumenti insegnati nella ormai ultra trentennale Istituzione Forlimpopolese, il gruppo di rappresentanza della Scuola di musica popolare, un modello di condivisione: L’Orchestrona è e vuole essere tutto questo per farsi ambasciatrice della bellezza e della ricchezza delle musiche, degli strumenti e dei repertori di tradizione popolare.

Segue colazione, inclusa nel biglietto.

FAQ

I parcheggi sono consultabili in questa pagina.

E’ disponibile il servizio navetta gratuito per gli eventi nel centro storico.
Info e orari in questa pagina.


Ideato e diretto da
Riccardo Tesi e Claudio Carboni

Riccardo Tesi Organetto diatonico
Claudio Carboni Sax
Nico Gori Clarinetto
Maurizio Geri Chitarra e Voce
Roberto Bartoli Contrabbasso
Massimo Tagliata Pianoforte e Fisarmonica
Gianluca Nanni Percussioni
Quartetto d’archi Alborada


L’evento

Un ballo liscio, il nuovo progetto di Riccardo Tesi e Claudio Carboni, ci riporta alle origini della riscoperta del repertorio strumentale del liscio italiano. Un genere che può vantare una popolarità in Italia pari solo all’incertezza della sua paternità, ma – per così dire – anche della sua maternità: se frutto di una contaminazione da parte della musica da ballo francese a seguito delle invasioni napoleoniche, o alla diffusione nel Nord Italia, in ambito borghese, e poi popolare, dei generi austroungarici della Polka e del Walzer, non è dato sapere.

Questa è anche la storia del molteplice intrecciarsi di processi, sociali e culturali che ha visto inediti protagonisti entrare in scena: braccianti, contadini, artigiani, il proletariato associato alla cooperazione, commercianti, musicisti esclusi dal circuito professionale o musicisti da banda particolarmente attivi nel “fuori servizio” (liturgico). Una storia che il radicamento della cultura musicale popular, la diffusione di pratiche musicali trasferite di generazione in generazione, ha permesso, nel corso della seconda parte del secolo scorso, di sfociare in un importante fenomeno discografico nazionale.

Protagonisti di questo viaggio attraverso un secolo di storia del ballo popolare italiano per eccellenza sono lo stesso Riccardo Tesi all’ organetto diatonico e Claudio Carboni, al sassofono, con Nico Gori, clarinetto, Maurizio Geri, chitarra e voce, Roberto Bartoli, contrabbasso, Massimo Tagliata, pianoforte e fisarmonica, Gianluca Nanni: percussioni e con il Quartetto d’archi Alborada. Un’orchestra multiculturale, composta da alcuni dei musicisti più rappresentativi della scena etnica, classica e jazz, rivisita, con rigore e spregiudicatezza, le melodie e i ritmi che hanno fatto danzare intere generazioni di italiani.

Un’occasione per riscoprire il suggestivo impianto melodico, il virtuosismo strumentale, le affascinanti combinazioni timbriche e gli aspetti più celati e seducenti di un genere musicale immeritatamente sottostimato.

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L’evento

Se con il tour autunnale Con i tasti che ci abbiamo – che ha portato in teatro le Tredici canzoni urgenti – toccare certi tasti è sembrato necessario per rispondere a certe urgenze che l’attualità imponeva, tanto più necessario sarà toccare Altri tasti ora che quelle criticità non si sono diradate e che nuove urgenze sembrano aggiungersi alle vecchie, adombrando anche l’orizzonte estivo.

Prosecuzione naturale dei concerti urgenti dei mesi trascorsi, Altri tasti vuole perciò continuare a dare risalto pubblico alla parola, e con le parole e la musica comporre un concerto che ricomponga le schegge di un mondo che sembra andato in pezzi. Si offre così un discorso di critica del presente attraverso il quale riconoscere la possibilità nel limite e immaginare una prospettiva collettiva in cui ragione e sentimento si tengano sotto il sigillo della gratitudine per una vita riscattata dalla sua frammentarietà.

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