HOOVERVILLE ENTERTAINERS

Fabiano Sportelli Chitarre slide e western
Antonio Giallella Armoniche a bocca
Marco Bartolini Spoons, Washboard, Campanacci e Percussioni povere


L’evento

C’era una volta ad Avalon una tavola rotonda…no,questa è un altra storia.

C’era una volta ad Avalon, nei pressi di Memphis, un “songster”. Visse la sua vita in un piccolissimo villaggio suonando per vicini e amici. In vecchiaia, “scoperto” e mostrato al mondo, ebbe un’influenza decisiva su musicisti quali Bob Dylan e Joan Baez.

C’era una volta una domestica di colore che si trovò a lavorare a casa di eminenti musicologi. Un giorno per rallegrare i bimbi imbracciò una chitarra che era in casa e rivelò di essere un meraviglioso usignolo. Suonando gli ultimi anni della sua vita influenzò gente del calibro di Pete Seeger e dei Grateful Dead.

C’era una volta un ragazzo che non sapeva suonare la chitarra. Tornato da un crocicchio, nella piana del Delta del Mississippi, dopo uno strano incontro notturno, seppe affascinare per alcuni anni i suoi contemporanei con una inaudita abilità. Morì presto, e male e fu il primo del “club dei 27”. Ancora oggi idoli come Eric Clapton sono intimamente, e non molto segretamente, convinti di esserne la reincarnazione.

E poi c’era Pink Anderson, il songster che accompagnava i venditori di elisir di lunga vita alle fiere e c’era Floyd Council, il bluesman della Carolina che rivivono ogni giorno appena vengono nominati Pink Floyd.

C’era anche Morganfield McKinley, l’emigrato del Delta ormai caduto in disgrazia e riportato alla ribalta quando un’anonima band di giovani inglesi decise di chiamarsi come una sua canzone: Rolling Stones.

Hooverville era il nome che veniva dato alle bidonvilles che sorsero negli anni della Grande Depressione ai margini delle cittadine americane.

Gli “Hooverville Entertainers” , “intrattenitori della Hooverville” suonano quella musica che si poteva ascoltare attorno a quei fuochi da campo: country, blues, protoblues mescolato come, del resto, si faceva prima che emergesse una distinzione più frutto di scelte discografiche che di identità etniche. Con Racconti, Armoniche a bocca, chitarre western e resofoniche suonate coi colli di bottiglia, assi del bucato sbattute, campanacci, cucchiai e strumenti poveri ci conducono in un viaggetto nel tempo e nello spazio, condito da aneddoti, musica e storie per riportare per qualche ora in vita una storia e un mondo ai quali siamo volenti o nolenti musicalmente debitori.

Programma Musicale

TRAIN FAIR BLUES – Muddy Waters
KEEP YOUR LAMP – Willie Johnson
FREIGHT TRAIN – Elisabeth Cotton
PALLET ON YOUR FLOOR – John Hurt
SHINING MOON – Lightnin Hopkins
COME ON IN MY KITCHEN – Robert Johnson
DUST MY BROOM – Elmore James
KEY TO THE HIGHWAY – Big Bill Broonzy
WALKING BLUES – Robert Johnson
WRITE ME A FEW LINES –  Fred McDowel 
LONE WOLF BLUES – Oscar Buddy Woods

Segue colazione, inclusa nel biglietto.

FAQ

I parcheggi sono consultabili in questa pagina.

E’ disponibile il servizio navetta gratuito per gli eventi nel centro storico.
Info e orari in questa pagina.


Nel 1929 lo scrittore ungherese Frigyes Karinthy ha immaginato una teoria secondo la quale si può unire chiunque con chiunque altro su questo pianeta con una catena al massimo di sei conoscenze.
Sei Gradi è diventato uno spettacolo teatrale del 1990, un film, 6 gradi di separazione di Fred Schepisi del 1993 e un programma di Radio3 Rai a cura di Luca Damiani in cui attraverso una serie di legami e di punti in comune si fanno dialogare musiche e musicisti lontani nel tempo, nello spazio e nei generi.
In Entroterre Festival, Sei Gradi diventa un format live di dialogo – delle interviste travestite da concerto – con musicisti e il loro repertorio, sia originale che non, scandito da sette legami. Luca Damiani, direttore artistico del Festival, conduce le interviste.

Posto in piedi. Si consiglia di portare un plaid o uno stuoino.

Dopo lo spettacolo, ci sarà la possibilità di gustare i prodotti del territorio in una cena-degustazione al Circolo La Miniera.
Prenotazione obbligatoria chiamando il numero 347 411 1567.

Partner

Il Parco Naturale Miniere di Formignano è un geosito di rilevanza regionale dell’Emilia-Romagna.

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Alessandro Florio Trio ft Laura Taglialatela

Alessandro Florio Chitarra
Laura Taglialatela Voce
Alessio Bruno Contrabbasso
Adam Pache Batteria


L’evento

Un quartetto internazionale di impronta jazzistica per un evento d’eccezione, guidato da Alessandro Florio e Laura Taglialatela.

La vocalist, una delle più belle voci del nostro Paese ma ormai da anni trapiantata prima a New York e poi a Los Angeles e Florio, chitarrista di punta nel panorama jazzistico italiano e non, si avventureranno in un repertorio di brani originali e standards tratti del grande repertorio di Broadway.

Reduci da Back to the Blue Coast (AlfaMusic/Egea 2020) e dal singolo scritto a quattro mani Streets of Naples i due saranno alla guida di un quartetto dal respiro internazionale completato dalla trascinante ritmica composta da Alessio Bruno, anch’egli rientrato da pochissimo in Italia, al contrabbasso e l’australiano Adam Pache alla batteria.

Back to the Blue Coast non è soltanto il titolo del disco che Florio dedica alla sua terra, la Costiera Amalfitana, ma anche una frase che racchiude in qualche modo la storia di tutti i componenti del quartetto. Tutti e quattro tuttora molto attivi, non solo in ambito nazionale ma anche internazionale, chi per un motivo chi per un altro verso “casa”.

Fatta eccezione per la vocalist, solo di passaggio in Italia, Adam Pache rappresenta un caso a sè: lui, australiano, dopo anni vissuti a New York ha trovato la sua “casa” naturale in Italia, adottando come base il nostro Paese.

Un tema legato al ritorno, alle partenze, alle emigrazioni, sempre di attualità soprattutto in questi periodi, che con sè portano tanti problemi ma che talvolta partoriscono tanta bellezza: il Jazz, musica di confine nata in America dall’incontro di popoli diversi ne è sicuramente l’emblema.

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Raffaella Misiti Voce
Stefano Scatozza Chitarra


L’evento

Le canzoni di Acustimantico, da Fiori di Loto a Musica Immaginaria, passando per cover di grandi autori, riproposte nella loro essenza più pura e con la forza di una semplicità che accorcia le distanze; si viene accolti nelle immagini e nelle suggestioni di una canzone come ospiti in casa, condividendo suoni, ricordi, sguardi. L’energia della musica si moltiplica e torna ad essere esperienza collettiva e vitale.

Acustimantico è un gruppo musicale italiano la cui musica unisce stili e generi diversi, dalla canzone d’autore alla musica etnica (in particolare balcanica e klezmer), dal pop al jazz, all’avanguardia. Pioniere dell’autoproduzione, pubblica sei dischi e dal 1998 svolge intensa attività live in Italia e all’estero (Francia, Germania, Giappone, Belgio). La forza del gruppo è nella mistura di linguaggi e nell’apertura verso tutte le forme poetiche, letterarie e teatrali.

Musiche originali di S. Scatozza, testi originali di D. Selvaggi.

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L’evento

L’Entroterre Festival 2024 riunisce ancora una volta personalità eccezionali dai percorsi distinti nei bellissimi Giardini della Rocca di Bertinoro.

Bandabardò può dirsi a buon diritto una delle live band più vitali in Italia. I suoi concerti sono feste straripanti d’affetto: il pubblico vi partecipa numerosissimo, cantando infaticabile ogni canzone, duettando continuamente con gli artisti sul palco, in uno scambio d’intesa che non smette mai di sorprendere. Un affetto che si traduce in grandi numeri non solo ai live: tredici album pubblicati (inclusi dischi dal vivo, progetti speciali e pubblicazioni estere), un DVD, un’autobiografia ufficiale e, in occasione dei 25 anni di carriera, una nuova versione di Beppeanna – “Se mi Rilasso Collasso” – cantata e suonata con Stefano Bollani, Caparezza, Carmen Consoli, Max Gazzè e Daniele Silvestri. Così negli anni anche la cartina geografica bardozziana si è estesa a macchia d’olio con le lunghe tournée che toccano anche Francia, Germania, Spagna, Belgio, Lussemburgo, Svizzera, Polonia, Slovenia e persino Chiapas e Canada.

Stefano Bellotti, in arte Cisco, è stata la voce storica della band Modena City Ramblers dal 1992 fino al 2005, con loro ha realizzato otto album collezionando più di mille date in Italia e in Europa oltre ad aver fondato un genere che oggi tutti conosciamo come combat folk. Ha in seguito intrapreso il suo percorso da solista che lo vede alle prese con un cantautorato d’ispirazione folk-rock tra produzioni internazionali, teatro e letteratura. Anche la sua carriera da solista è caratterizzata da un numero elevatissimo di live, e l’eterogeneità della sua produzione lo ha portato anche a essere protagonista di tour teatrali e presentazioni di libri. Tante sono anche le collaborazioni, alcune tra le quali Casa del vento, Ginevra Di Marco, Bandabardò, le Mondine di Novi, i Nomadi, Giulio Cavalli e il “The Liberation Project” ideato da Dan Chiorboli insieme a Phil Manzanera (Chitarrista dei Roxy Music).

Le strade di Bandabardò e Cisco si sono incrociate più volte, in studio di registrazione e su tantissimi palchi. Una condivisione profonda di suoni e idee che parte da lontano e nel 2022 approda a “Non fa paura”, un disco di inediti a più mani, e un tour insieme.

Aprono il concerto i Khorakhanè.

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Certamente, compila il modulo a questo link per ottenere assistenza.

I portatori di handicap hanno diritto all’ingresso ridotto, l’eventuale accompagnatore entra gratuitamente.


ORCHESTRA DEL BARACCANO

direttore Giambattista Giocoli
Gabriele Bellu Violino
Filippo Mazzoli Flauto
Davide Braco Clarinetto basso
Alice Caradente Arpa
Chiara Cattani Clavicembalo
Raffaele Damen Fisarmonica
Luca Piazzi Tromba
Gianluigi Paganelli Basso tuba


L’evento

Le Antiche Arie e Danze per Liuto sono una raccolta di libere trascrizioni da brani per liuto del XVI e XVII secolo, realizzate da Ottorino Respighi e organizzate in tre suites per diversi organici orchestrali.
Nel 1917 Respighi realizzò la Prima suite, nel 1923 la Seconda Suite, nel 1931 la Terza Suite.
La moglie Elsa le raccolse e le riordinò tutte nel 1937.

Nell’arrangiamento originale dell’Orchestra del Baraccano le otto parti reali che compongono l’ensemble cercano di riprodurre tutti i colori orchestrali pensati da Respighi, con l’intento di creare una sintesi affascinante tra il garantire la presenza di strumenti fondamentali per Respighi, come l’arpa e il clavicembalo, ed il ricercare un suono nuovo e moderno con l’inserimento di fisarmonica e basso tuba.

Programma Musicale

PRIMA SUITE
Simone Molinaro, 1599

Ballo detto “Il Conte Orlando”
Allegro moderato

Vincenzo Galilei, 155?
Gagliarda
Allegro marcato – Andantino mosso

Ignoto, fine sec. XVI
Villanella
Andante cantabile

Ignoto, fine sec. XVI
Passo mezzo e Mascherada
Allegro vivo – Vivacissimo

SECONDA SUITE
Fabrizio Caroso, 1581

Laura soave, Balletto con gagliarda, saltarello e canario
Andantino – Allegro marcato – Andantino

Jean-Baptiste Besard, 1617
Danza rustica
Allegretto

Ignoto con Marin Mersenne, sec. XVII
Campanae parisienses – Aria
Andante mosso – Largo espressivo

Bernardo Gianoncelli detto Il Bernardello, 1650
Bergamasca 
Allegro

TERZA SUITE
Ignoto, fine sec. XVI

Italiana
Andantino

Jean-Baptiste Besard, sec. XVI
Arie di corte
Andante cantabile – Allegretto – Vivace – Lento con grande espressione
Allegro vivace – Vivacissimo – Andante cantabile

Ignoto, fine sec. XVI
Siciliana
Andantino

Lodovico Roncalli, 1692
Passacaglia
Maestoso – Vivace

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Nel 1929 lo scrittore ungherese Frigyes Karinthy ha immaginato una teoria secondo la quale si può unire chiunque con chiunque altro su questo pianeta con una catena al massimo di sei conoscenze.
Sei Gradi è diventato uno spettacolo teatrale del 1990, un film, 6 gradi di separazione di Fred Schepisi del 1993 e un programma di Radio3 Rai a cura di Luca Damiani in cui attraverso una serie di legami e di punti in comune si fanno dialogare musiche e musicisti lontani nel tempo, nello spazio e nei generi.
In Entroterre Festival, Sei Gradi diventa un format live di dialogo – delle interviste travestite da concerto – con musicisti e il loro repertorio, sia originale che non, scandito da sette legami. Luca Damiani, direttore artistico del Festival, conduce le interviste.

Arturo Stàlteri, romano, si è diplomato in pianoforte al Conservatorio Alfredo Casella de L’Aquila. Ha studiato a Roma con Vera Gobbi Belcredi, a Parigi con Aldo Ciccolini e ha frequentato, come allievo effettivo, i corsi di perfezionamento di Vincenzo Vitale e Konstantin Bogino. 

Ha cominciato a farsi conoscere con il gruppo Pierrot Lunaire, uno dei nomi storici del rock progressivo degli anni settanta, una band che seppe mediare tra rock e classicismo, e con il quale ha registrato due album per la RCA.

Svolge una vivace attività concertistica, rivolgendo la sua attenzione, oltre alle sue composizioni, anche ad autori dell’area extra-colta. 

Il suo ultimo lavoro, DODECAGON,  dedicato all’opera di Philip Glass, è apparso per l’etichetta personale dell’artista statunitense. Attualmente, sta lavorando ad un nuovo disco, la cui pubblicazione è  prevista per la fine dell’anno.

In occasione dello spettacolo, il Bistrò La Cantera presenterà una speciale cena a tema. Il menù, un viaggio a tappe per i luoghi cari all’artista ospite Arturo Stalteri: da Roma, a Parigi, fino alla Romagna.
Orario: 20:00
Prezzo: 25€ a persona
Prenotazione obbligatoria al numero 0547 186 5945

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Marta Capponi Quartet

Marta Capponi Voce, Piano
Miriam Fornari Synths, Piano, bv
Riccardo Gola Contrabbasso e Basso Elettrico
Emiliano Caroselli Batteria e Percussioni


L’evento

SHAKING THE BLUE è il nuovo lavoro discografico della vocalist e compositrice Marta Capponi, in uscita in autunno 2024, prodotto tra l’Italia ed il Regno Unito, dove la stessa ha all’attivo una florida carriera nel panorama Jazz UK.

Il Blue in questo progetto ha molti significati. Dalla definizione in inglese “feeling blue” che descrive un senso di melanconia, alla vastità del cielo o all’ignoto dell’universo, dal colore della profondità del lago a quello delle notti insonni di una madre.

Le canzoni sono un elogio ai sentimenti, al tempo che scorre, alla vita, alle relazioni, al dolore e alla guarigione: lo stesso titolo “Shakin’ the Blue” è significativo della voglia dell’artista di scuotere il malessere e trasformarlo in opportunità di crescita personale e artistica.

Il disco è intriso di riferimenti stilistici ai quali la musicista è legata, dal jazz al cantautorato di Joni Mitchell, passando per la ricerca sonora di David Bowie e Laurie Anderson, i testi non sono mai scontati e l’equilibrio tra parola e suono alimenta l’immaginifico dell’ascoltatore che si perde nei mondi descritti da Marta.

Il risultato è uno tsunami di energia che investe e lascia senza fiato.

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Tolga During Chitarra
Enrico Pelliconi Fisarmonica
Pippi Dimonte Contrabbasso


L’evento

Liberdjango è nato nel cuore della Romagna, dove tre musicisti con radici jazzistiche si sono imbarcati in un viaggio musicale alla ricerca di melodie suggestive. Fedeli al loro nome, questo trio naviga abilmente attraverso le composizioni senza tempo di leggende come Astor Piazzolla e Django Reinhardt, omaggiando anche compositori italiani come Ennio Morricone. Queste composizioni sono state tutte meticolosamente riarrangiate per adattarsi allo stile unico del trio, e una grande parte del repertorio è scritta dai membri del trio stesso. Nelle loro performance lasciano sempre spazio all’improvvisazione, infondendo dinamicità ed espressività a ogni concerto. Il risultato è un’odissea poetica, ricca di un distintivo sapore europeo. Nonostante la loro recente formazione, Liberdjango ha già ricevuto inviti per esibirsi negli Stati Uniti, in Canada, nel Regno Unito, in Germania, in Ungheria e in Slovenia.

Entroterre Festival fa parte di Bologna Estate 2024, il cartellone di attività promosso e coordinato dal Comune di Bologna e dalla Città metropolitana di Bologna – Territorio Turistico Bologna-Modena.

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Si ringrazia Fondazione Cassa di Risparmio di Cento.

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Lorenzo Vuolo Chitarra solista
Carlo Montanari Chitarra ritmica
Matteo Zucconi Contrabbasso
Tim Trevor Briscoe Clarinetto e Sax Tenore


L’evento

Il progetto HonoLulu Swing nasce nel 2010 sulla via Emilia, tra Parma e Reggio Emilia, dall’incontro di quattro musicisti provenienti da esperienze artistiche differenti ma accomunati dalla grande passione per la musica Gipsy. Il quartetto riprende, esplora e propone un repertorio fedele al mondo Manouche avendo sempre come riferimento colui che viene da sempre considerato come il massimo esponente della musica gipsy: Django Reinhardt.

Partner

Si ringrazia Fondazione Cassa di Risparmio di Cento.

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