Orchestrona della Scuola di Musica Popolare di Forlimpopoli


L’evento

Walzer e Mazurke Francesi, Scottish, Gighe e Tarantelle, Rondeau, Chappeloise, Manfrine e vecchio Liscio emiliano-romagnolo compongono un repertorio che l’Orchestrona, grazie agli arrangiamenti del M° Castiglia, personalizza e ripropone appassionatamente per offrire ai ballerini popolari e anche a chi semplicemente vuole ascoltare, una serie di brani che facciano muovere i piedi ed il cuore.

L’Orchestrona della Scuola di Musica Popolare di Forlimpopoli è un progetto che nasce oltre una ventina di anni fa da un’idea di Davide Castiglia, oggi direttore dell’ensemble, e che incarna in se molti degli aspetti e delle finalità proprie alla Scuola Forlimpopolese.

Si tratta di una formazione assolutamente atipica, una commistione ben riuscita tra una banda e un’orchestra che non è in realtà nessuna delle due e che, negli ultimi anni, si è trasformata, nella struttura e nel repertorio, fino a diventare  una straordinaria macchina da ballo folk.

Nell’organico, assolutamente intergenerazionale, adolescenti, adulti ed ultrasettantenni, maestri, allievi ed ex allievi della Scuola, condividono un progetto musicale dove fisarmoniche, violini, violoncelli, contrabbassi, cornamuse, flauti, mandolini, chitarre e percussioni contribuiscono a costruire un repertorio scelto fra i migliori brani da ballo e d’ascolto della musica  popolare europea.

Un corso di musica d’insieme, una vetrina degli strumenti insegnati nella ormai ultra trentennale Istituzione Forlimpopolese, il gruppo di rappresentanza della Scuola di musica popolare, un modello di condivisione: L’Orchestrona è e vuole essere tutto questo per farsi ambasciatrice della bellezza e della ricchezza delle musiche, degli strumenti e dei repertori di tradizione popolare.

Segue colazione, inclusa nel biglietto.

FAQ

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Orchestrona della Scuola di Musica Popolare di Forlimpopoli


L’evento

Walzer e Mazurke Francesi, Scottish, Gighe e Tarantelle, Rondeau, Chappeloise, Manfrine e vecchio Liscio emiliano-romagnolo compongono un repertorio che l’Orchestrona, grazie agli arrangiamenti del M° Castiglia, personalizza e ripropone appassionatamente per offrire ai ballerini popolari e anche a chi semplicemente vuole ascoltare, una serie di brani che facciano muovere i piedi ed il cuore.

L’Orchestrona della Scuola di Musica Popolare di Forlimpopoli è un progetto che nasce oltre una ventina di anni fa da un’idea di Davide Castiglia, oggi direttore dell’ensemble, e che incarna in sé molti degli aspetti e delle finalità proprie alla Scuola Forlimpopolese.

Si tratta di una formazione assolutamente atipica, una commistione ben riuscita tra una banda e un’orchestra che non è in realtà nessuna delle due e che, negli ultimi anni, si è trasformata, nella struttura e nel repertorio, fino a diventare  una straordinaria macchina da ballo folk.

Nell’organico, assolutamente intergenerazionale, adolescenti, adulti ed ultrasettantenni, maestri, allievi ed ex allievi della Scuola, condividono un progetto musicale dove fisarmoniche, violini, violoncelli, contrabbassi, cornamuse, flauti, mandolini, chitarre e percussioni contribuiscono a costruire un repertorio scelto fra i migliori brani da ballo e d’ascolto della musica  popolare europea.

Un corso di musica d’insieme, una vetrina degli strumenti insegnati nella ormai ultra trentennale Istituzione Forlimpopolese, il gruppo di rappresentanza della Scuola di musica popolare, un modello di condivisione: L’Orchestrona è e vuole essere tutto questo per farsi ambasciatrice della bellezza e della ricchezza delle musiche, degli strumenti e dei repertori di tradizione popolare.

Segue colazione, inclusa nel biglietto.

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I parcheggi sono consultabili in questa pagina.

E’ disponibile il servizio navetta gratuito per gli eventi nel centro storico.
Info e orari in questa pagina.


di e con Alessandro D’Alessandro


L’evento

Alessandro D’Alessandro, da sempre votato a contaminazioni tra generi diversi, porta uno strumento tipico della tradizione popolare, l’organetto, a dialogare con altri stili, ritmi ed armonie, ampliandone notevolmente le capacità espressive ed il suono.

In questa direzione si pone anche la sua più recente esplorazione della canzone d’autore e folk, con la trasposizione di alcuni classici nel linguaggio di un organetto che, nelle sue mani, sembra assumere ‘il respiro di un’orchestra’. Il suono intimo dello strumento a mantice è sostenuto da un utilizzo molto personale dell’elettronica, dell’effettistica e dei loops in tempo reale; sovrapposizioni armoniche e ritmiche suonate attraverso un originale sistema di percussione dello strumento.

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Il disco ‘Canzoni – per organetto preparato & elettronica’ (Squilibri, giugno 2021) vede la partecipazione di Elio, Sergio Cammariere, Musica Nuda, David Riondino, Neri Marcorè, Sonia Bergamasco, Joan Manuel Serrat, Peppe Voltarelli, Daniele Sepe, Roberto Angelini e altri ancora.
L’album è stato eletto miglior album della world music italiana 2021 dalla giuria del Premio Loano, il più importante premio di settore in Italia e tra i finalisti alle Targhe Tenco 2022.

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L’evento

Nel 1929 lo scrittore ungherese Frigyes Karinthy ha immaginato una teoria secondo la quale si può unire chiunque con chiunque altro su questo pianeta con una catena al massimo di sei conoscenze.
Sei Gradi è diventato uno spettacolo teatrale del 1990, un film, 6 gradi di separazione di Fred Schepisi del 1993 e un programma di Radio3 Rai a cura di Luca Damiani in cui attraverso una serie di legami e di punti in comune si fanno dialogare musiche e musicisti lontani nel tempo, nello spazio e nei generi.
In Entroterre Festival, Sei Gradi diventa un format live di dialogo – delle interviste travestite da concerto – con musicisti e il loro repertorio, sia originale che non, scandito da sette legami. Luca Damiani, direttore artistico del Festival, conduce le interviste.

Protagonista del secondo incontro, in occasione del Festival dei Borghi, è il pianista Carlo Negroni.
La sua musica ormai da molto tempo è la confluenza di profili e sensazioni del Vecchio e Nuovo Mondo, libera da diktat mal vissuti, sempre pronto a mettersi in gioco ed in questo gioco l’improvvisazione convive, prende e dà ossigeno alla composizione. La musica di queste composizioni è un magma che durante i concerti si trasforma e si profila volta per volta nell’esperienza che vive Carlo Negroni e il suo pubblico.

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Ideato e diretto da
Riccardo Tesi e Claudio Carboni

Riccardo Tesi Organetto diatonico
Claudio Carboni Sax
Nico Gori Clarinetto
Maurizio Geri Chitarra e Voce
Roberto Bartoli Contrabbasso
Massimo Tagliata Pianoforte e Fisarmonica
Gianluca Nanni Percussioni
Quartetto d’archi Alborada


L’evento

Un ballo liscio, il nuovo progetto di Riccardo Tesi e Claudio Carboni, ci riporta alle origini della riscoperta del repertorio strumentale del liscio italiano. Un genere che può vantare una popolarità in Italia pari solo all’incertezza della sua paternità, ma – per così dire – anche della sua maternità: se frutto di una contaminazione da parte della musica da ballo francese a seguito delle invasioni napoleoniche, o alla diffusione nel Nord Italia, in ambito borghese, e poi popolare, dei generi austroungarici della Polka e del Walzer, non è dato sapere.

Questa è anche la storia del molteplice intrecciarsi di processi, sociali e culturali che ha visto inediti protagonisti entrare in scena: braccianti, contadini, artigiani, il proletariato associato alla cooperazione, commercianti, musicisti esclusi dal circuito professionale o musicisti da banda particolarmente attivi nel “fuori servizio” (liturgico). Una storia che il radicamento della cultura musicale popular, la diffusione di pratiche musicali trasferite di generazione in generazione, ha permesso, nel corso della seconda parte del secolo scorso, di sfociare in un importante fenomeno discografico nazionale.

Protagonisti di questo viaggio attraverso un secolo di storia del ballo popolare italiano per eccellenza sono lo stesso Riccardo Tesi all’ organetto diatonico e Claudio Carboni, al sassofono, con Nico Gori, clarinetto, Maurizio Geri, chitarra e voce, Roberto Bartoli, contrabbasso, Massimo Tagliata, pianoforte e fisarmonica, Gianluca Nanni: percussioni e con il Quartetto d’archi Alborada. Un’orchestra multiculturale, composta da alcuni dei musicisti più rappresentativi della scena etnica, classica e jazz, rivisita, con rigore e spregiudicatezza, le melodie e i ritmi che hanno fatto danzare intere generazioni di italiani.

Un’occasione per riscoprire il suggestivo impianto melodico, il virtuosismo strumentale, le affascinanti combinazioni timbriche e gli aspetti più celati e seducenti di un genere musicale immeritatamente sottostimato.

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I parcheggi sono consultabili in questa pagina.

E’ disponibile il servizio navetta gratuito per gli eventi nel centro storico.
Info e orari in questa pagina.

L’evento

Nel 1929 lo scrittore ungherese Frigyes Karinthy ha immaginato una teoria secondo la quale si può unire chiunque con chiunque altro su questo pianeta con una catena al massimo di sei conoscenze.
Sei Gradi è diventato uno spettacolo teatrale del 1990, un film, 6 gradi di separazione di Fred Schepisi del 1993 e un programma di Radio3 Rai a cura di Luca Damiani in cui attraverso una serie di legami e di punti in comune si fanno dialogare musiche e musicisti lontani nel tempo, nello spazio e nei generi.
In Entroterre Festival, Sei Gradi diventa un format live di dialogo – delle interviste travestite da concerto – con musicisti e il loro repertorio, sia originale che non, scandito da sette legami. Luca Damiani, direttore artistico del Festival, conduce le interviste.

Il 5 luglio al Festival dei Borghi si inizia dall’incontro con Carlo Maver, uno dei pochissimi musicisti al mondo ad essere stato allievo del grande bandoneonista argentino Dino Saluzzi. Il programma musicale della serata è ispirato al suo ultimo album, Solenne, uscito a marzo per Visage Music, realizzato con il contributo di Bologna Città della Musica e Comune di Bologna. L’album è l’approdo di un lungo percorso musicale e geografico che ha visto Maver suonare con formazioni di vario tipo in luoghi come il Kurdistan, il Mali, il deserto del Sahara, l’Uzbekistan, il Turkmenistan, la Turchia e l’Indonesia.

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Enrico Rinnoci Voce e pianoforte 


L’evento

Apriamo ufficialmente il Festival Suoni e sapori sostenibili a Luci!

Pianista, cantante, insegnante, Enrico Rinnoci ci coinvolge e attira in una performance che è ricordo, nostalgia e al tempo stesso ricerca storica.
Da Lucio Dalla a Guccini, De Gregori, Bennato e molti altri, Enrico traccia un percorso inframmezzato da aneddoti perlopiù sconosciuti, mostrando le persone dietro ai nomi diventati negli anni simboli del cantautorato italiano, dagli anni Settanta alla fine del Millennio.

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L’evento

Se con il tour autunnale Con i tasti che ci abbiamo – che ha portato in teatro le Tredici canzoni urgenti – toccare certi tasti è sembrato necessario per rispondere a certe urgenze che l’attualità imponeva, tanto più necessario sarà toccare Altri tasti ora che quelle criticità non si sono diradate e che nuove urgenze sembrano aggiungersi alle vecchie, adombrando anche l’orizzonte estivo.

Prosecuzione naturale dei concerti urgenti dei mesi trascorsi, Altri tasti vuole perciò continuare a dare risalto pubblico alla parola, e con le parole e la musica comporre un concerto che ricomponga le schegge di un mondo che sembra andato in pezzi. Si offre così un discorso di critica del presente attraverso il quale riconoscere la possibilità nel limite e immaginare una prospettiva collettiva in cui ragione e sentimento si tengano sotto il sigillo della gratitudine per una vita riscattata dalla sua frammentarietà.

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